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Rimini, al Fulgor “Green Book”, la commedia sul razzismo in corsa per gli Oscar

Continua la rassegna di Chiamamicittà.it che vi accompagnerà fino alla notte degli Oscar del 24 febbraio, con un film che ha ottenuto ben 5 nomination: si tratta di Green Book di Peter Farrelly, che verrà proiettato al Cinema Fulgor di Rimini a partire da giovedì 7 febbraio alle 16:30, 18:45 e 21:00.

1962, New York. Viene subito da chiedersi se sia solo un caso che il film sia ambientato nello stesso anno de La forma dell’acqua, che ha vinto l’anno scorso. Un portafortuna? Qui però non abbiamo alcuno spunto fantastico, ed il film è costruito come un lungo viaggio on the road attraverso le diverse anime dell’America, e in particolar modo degli Stati del Sud, notoriamente i più razzisti. Il titolo fa infatti riferimento al The Niro Motorist Green Book, itinerario che i neri dovevano seguire negli anni ’60 se volevano avere la certezza di viaggiare senza guai.

Tony Villalonga, detto Toni Lip (Viggo Mortensen), è un uomo dai modi bruschi e rozzi che lavora come buttafuori. Per una serie di motivi si ritrova però a riprendere il suo vecchio lavoro e a fare da autista a Don Shirley (Mahershala Ali), un pianista afro-americano di grande successo. Il loro legame, quasi del tutto basato su un pirotecnico gioco dei contrasti, muove da una reciproca diffidenza iniziale, ma lungo il percorso acquisirà nuove sfumature e spiragli di riflessione non indifferenti. Un progetto senz’altro scaltro e furbissimo nell’ammiccare continuamente agli spettatori, ma capace al contempo di condensare al suo interno uno spaccato a stelle e strisce articolato e polifonico, che va ben oltre la dicotomia tra rozzezza ed eleganza che separa Tony e Shirley.

Peter Farrelly, che insieme al fratello negli anni ’90 veniva soprannominato “the king of comedy”, ci offre inaspettatamente un feel good movie pulitissimo per regia e scrittura, dopo aver firmato insieme a Bobby delle commedie demenziali come Scemo & più scemo e Tutti pazzi per Mary. Un’opera che ha al suo interno veri e propri “momenti da Oscar”, fin troppo retorici a dir la verità, ma che comunque non demerita rispetto a molti altri film ad hoc del passato che l’Accademy ha fatto trionfare.

Ma veniamo al TotoOscar. Per quanto riguarda Miglior film credo ci sia ben poco da fare, come per Miglior montaggio. Viggo Mortensen (candidato a Miglior attore) è molto convincente nei panni di Villalonga, una sorta di bifolco alla Tony Soprano: tra divertissement e strizzate d’occhio parolacce e intermezzi da italo-americano duro e puro, salta all’occhio la vera e propria metamorfosi corporea (sullo stile De Niro-LaMotta in Toro scatenato), con un appesantimento fisico e un grande lavoro vocale: ha quindi le carte in regola per giocarsela, anche se rimane favorito Christian Bale (Vice).

Per quanto riguarda Miglior attore non protagonista, Mahershala Ali è sempre e comunque superlativo (come in House of Cards e True Detective), e nonostante abbia già vinto per Moonlight, non è affatto esclusa una sua seconda vittoria. È probabilmente Miglior sceneggiatura originale, tuttavia, la statuetta che a mio avviso porterà a casa Green Book.

Edoardo Bassetti

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