Mentre la polizia continua il suo lavoro per identificare i componenti del branco autore delle violenze, arrivano numerosi i commenti in solidarietà alle vittime delle brutali aggressioni della notte di sabato a Rimini.
Rispondendo all’appello di ieri dell’amministrazione comunale di Rimini, questa mattina i rappresentanti di una ventina di associazioni di volontariato, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria del territorio si sono riuniti presso la Casa delle Donne di Rimini per testimoniare tutti assieme la totale vicinanza e solidarietà dell’intera comunità locale nei confronti delle vittime della brutale aggressione avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorso.
Rimini si stringe intorno alle tre vittime, non solo simbolicamente ma concretamente, da parte di tutto il suo straordinario tessuto sociale. – commenta il Vicesindaco Gloria Lisi, sottolineando anche la straordinaria partecipazione ad un incontro chiamato solo poche ore prima. Perché Rimini è una comunità e una comunità prima di ogni cosa e ogni valutazione si prende cura di chi soffre: in questo caso tre persone, oggetto di una violenza inaudita e irrazionale.
Durante l’incontro è stata condivisa la volontà di affiancare l’Amministrazione e le forze dell’ordine nel sostegno alle tre persone aggredite e dei loro famigliari, mettendosi a disposizione per qualsiasi necessità, da quelle apparentemente più banali a quelle più complesse, che si tratti di sostegno economico, logistico o di altre forme di assistenza. Una rete di supporto che agirà in tempo reale e per tutto il tempo necessario nel totale rispetto delle richieste degli aggrediti e della loro privacy e che si impegna a mantenere alto e costante l’impegno sul fronte di iniziative congiunte, proposte nell’ottica di una Rimini che rifiuta la violenza in ogni sua forma.
All’incontro di stamattina sono intervenuti i rappresentanti delle sigle sindacali (Cgil Rimini, Spi-Cgil Rimini, Cisl Romagna, Cst Uil Rimini), Diocesi, Arci, Associazione Albergatori, Cooperativa Bagnini Rimini Sud, Associazione Madonna della carità, Centro Sportivo Italiano, La Pedivella, Croce Rossa, Rompi il Silenzio, Arcigay, Anpi.
Da Arcigay, presente all’incontro della mattinata, arriva una nota di solidarietà da parte del presidente Marco Tonti, che invita a collocare i fatti nel loro più ampio contesto.
“Dare la colpa alla droga o all’alcol è un facile alibi morale per pulirci la coscienza, ma come società civile dobbiamo avere il coraggio di guardare alla sub-cultura maschilista di cui questi comportamenti si nutrono.Purtroppo abbiamo assistito a una frequenza di violenze nei confronti di donne che non può lasciare indifferenti e che dimostra come ancora non si faccia abbastanza per contrastare il maschilismo predatorio che alimenta le violenze. È una battaglia lunga e difficile che incontra anche molte resistenze tra benpensanti e tradizionalisti, a dimostrazione di quanto è radicato il maschilismo nella nostra cultura. È anche superficiale incolpare la cultura maschilista di provenienza chi si macchia di questi crimini, se qui, in Italia, non trovano una chiara e ripetuta condanna culturale di questi atteggiamenti di disparità sessista.
Nel caso poi della donna transessuale violentata, – continua poi Marco Tonti – bisogna dire chiaramente che è una vittima al pari delle altre due e non un “danno collaterale” come a volte pare essere considerata, anche nelle manifestazioni di solidarietà. Si tratta inoltre di una transessuale, al femminile, perché quella persona si identifica come donna e vive la sua vita in quanto tale e che certo non merita di essere violentata anche nella sua identità.
A questa nota di Tonti, a non fare discriminazioni tra le vittime, fa eco anche Sinistra Italiana Rimini, che tramite il coordinatore provinciale Fortunato Sramandinoli commenta:
“Questo fine settimana Rimini è stata teatro di una notte di folle brutalità, una doppia aggressione nella quale sono rimaste coinvolte tre persone. Un doppio stupro, la violenza più brutale che si possa subire, del quale sono state vittime prima una ragazza e poi una transessuale. Non crediamo che possa in alcun modo fare differenza la provenienza, la nazionalità né delle vittime e né degli aggressori, così come ci sembra alquanto assurda la differenza di trattamento che purtroppo gran parte delle persone stanno facendo rispetto alle vittime, che lascia sottintendere un odioso quanto anch’esso brutale distinguo fondato sull’orientamento sessuale delle stesse, e che nulla ha a che vedere con la brutalità della violenza. Anche questo è segno di un senso comune sempre più alla deriva. Gli sciacalli stanno già cercando, come al loro solito, di alimentare l’odio razziale strumentalizzando in maniera indegna quanto accaduto. Quello della violenza di genere è un tema di fronte al quale quotidianamente la nostra società si ritrova a fare i conti, registrandola in ogni settore e in svariate forme, che non fa differenze di alcun tipo e che bisogna affrontare seriamente con urgenza; provare a confinarlo dentro ad un altrettanto folle distinguo di nazionalità vuol dire semplicemente essere razzisti e strumentalizzare quanto accaduto per indegni fini propagandistici.