Cerca
Home > Cronaca > Rimini: intervista ai tre ragazzi “Alfieri” della Repubblica

Rimini: intervista ai tre ragazzi “Alfieri” della Repubblica

Tre giovani riminesi nominati Alfieri della Repubblica.

Un busto ortopedico altamente tecnologico. Ê quello che hanno inventato tre giovani per aiutare un loro compagno di classe vittima di un incidente e costretto, appunto, ad indossare un busto rigido.

Si tratta dei riminesi Nicolò Vallana,  Edoardo Puce, e il misanese Luca Fermi, tutti classe 2000, che frequentano l’Istituto ‘Belluzzi-Da Vinci’ di Rimini. Per questo loro progetto davvero speciale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di nominarli “Alfieri della Repubblica”.

Ma cerchiamo di capire chi sono questi tre ragazzi e soprattutto come sono riusciti a realizzare questo particolare busto.

Luca, avete creato questo busto per il vostro amico, giusto?

«Sì, il tutto è iniziato quando siamo venuti a sapere che un nostro compagno di classe, a seguito di un incidente in bici, è stato costretto ad indossare un busto ortopedico tradizionale. Vedere un compagno che soffre non è piacevole, soprattutto a causa di un sistema rigido che è costretto ad indossare per numerose ore al giorno. Dal nostro confronto, è nata l’idea di una soluzione, a lui adatta, per correggere la postura con un metodo confortevole, leggero e che permettesse di svolgere in tranquillità le attività giornaliere. Da qui è nato Techno-B Brace».

Niccolò, parlami di come siete riusciti a realizzare questo oggetto?

«Il progetto è stato realizzato all’interno del FabLabRomagna, un laboratorio dove ragazzi e professori si incontrano per portare avanti progetti. Siamo partiti cercando qualche soluzione già esistente per la cura della postura tralasciando il busto ortopedico. Dopodiché, non avendo trovato nulla, ci siamo messi di impegno, cercando un metodo per misurare la postura attraverso dei sensori e anche una terapia efficace che facesse al caso nostro. Attualmente ci stiamo ancora lavorando per rendere il nostro prodotto sempre più di qualità».

Edoardo, quante ore avete dedicato al progetto?

«Abbiamo iniziato nell’ottobre del 2018, stiamo portato avanti il lavoro da più 1 anno, incontrandoci 2 o 3 volte a settimana. Nel corso dell’anno abbiamo partecipato a diversi concorsi che ci hanno spronato a continuare e a migliorare sempre di più».

Luca, per quanto riguarda i costi, invece?

«Ci siamo da subito posti l’obiettivo di permettere a chiunque di usufruire del nostro dispositivo e per questo abbiamo voluto trovare la soluzione più economica che permettesse di raggiungere il nostro obiettivo. Per tale motivo i costi di sviluppo sono stati decisamente contenuti e siamo riusciti a creare il primo prototipo soltanto a nostre spese, senza il supporto di società o associazioni. Questo è l’esempio di come, anche solo con poco, si possa fare la differenza».

Niccolò, il Presidente della Repubblica Mattarella vi ha nominato Alfieri della Repubblica, immagino che per tre ragazzi giovani come voi sia una immensa soddisfazione, vero?

«Bisogna ammettere che la soddisfazione è grandissima, anche perché non capita tutti i giorni di ricevere notizie simili. Il messaggio più bello lo abbiamo ricevuto dal Professor Conti, che ci ha aiutato nel portare avanti il nostro progetto, il quale ci ha scritto :“Chi l’avrebbe mai detto? Forse è vero ancora non ci rendiamo bene conto della fortuna che abbiamo avuto, però sappiamo anche quanti sacrifici abbiamo fatto per raggiungere questi obiettivi”».

Una volta diplomati, quale carriera vorreste intraprendere?

Niccolò: «Per quel che mi riguarda ho intrapreso la strada dell’Università, direzione Ingegneria Biomedica. D’altronde la mia passione è quella e non posso che seguire il mio istinto. Un domani, lavoritavamente parlando, mi piacerebbe prendere e partire per San Francisco, perché li ho trovato un mondo che fa per me».

Edoardo: «Manca ormai poco al diploma e gli ultimi due anni sono stati carichi di cose da fare. Lavorando al progetto ognuno ha visto aprirsi la propria strada. La mia? Ancora ho molti dubbi, ma mi piacerebbe continuare a studiare nel campo dell’ingegneria robotica».

Luca: «Nella realizzazione del progetto si sono subito distinti interessi diversi: chi è appassionato dalla parte medica, chi da quella economica o ingegneristica. Personalmente, una volta ottenuto il diploma, intraprenderò un corso di laurea in Economia e Management, in modo da seguire il progetto dal punto di vista aziendale e di marketing. Tutte queste esperienze mi permetteranno inoltre di concretizzare altre idee e di sviluppare nuovi prodotti per l’aiuto delle persone con problemi fisici».

A cura di Nicola Luccarelli

Ultimi Articoli

Scroll Up