E in Confindustria entrano anche i bagnini. “Una rappresentanza di operatori balneari di Rimini entra nella Sezione Turismo di Confindustria Romagna.
Si tratta di una cordata formata da dieci stabilimenti balneari di Rimini che si aggiunge alla rappresentanza ravennate già presente”: lo annuncia l’associazione degli industriali riminese durante a presentazione della sua analisi semestrale sull’andamento dell’economia.
Analisi dove emergono “parametri positivi con un andamento omogeneo delle imprese che operano all’interno dello stesso settore” sia in area vasta (il campione analizzato comprende imprese associate di Rimini e Ravenna) sia nella provincia di Rimini.
In area Vasta il consuntivo del secondo semestre 2017 evidenzia + 9,8% nel fatturato (+10,1% estero + 9,4% interno); +10% nella produzione e +5,1% nell’occupazione. Gli ordini sono in crescita per il 50,4% delle imprese campione. Nelle previsioni del primo semestre 2018 per la produzione si registra stazionarietà e aumento per il 47,1% delle imprese campione; l’occupazione è stazionaria per il 68,2% delle aziende e gli ordini sono in aumento per il 48,8% del campione.
La situazione del territorio di Rimini è in linea con il quadro generale. Nel consuntivo del secondo semestre 2017 si legge + 10,4% per il fatturato totale (estero +14,8% e interno +8,5%); +11,9% per la produzione; +7,9% per l’occupazione; gli ordini crescono per il 60,3% delle imprese campione. Nelle previsioni la produzione è in aumento per il 60% delle aziende campione, gli ordini sono previsti in crescita per il 63,8% delle imprese. L’occupazione è prevista stazionaria per il 63,8% e in crescita per il 27,6%.
Il grado di internazionalizzazione (fatturato estero sul totale) è pari al 55,1% in area vasta e al 57,7% a Rimini. Il dato sugli investimenti effettuati nel 2017 è positivo sia in area vasta (+5%) sia a Rimini (+4,7%).
“I dati ci portano ad essere ottimisti – spiega Paolo Maggioli Presidente Confindustria Romagna – ma non per questo possiamo fermarci, soprattutto a causa della fragilità degli scenari del contesto generale. Come è emerso dalle Assise di Confindustria, alle nostre aziende occorre un’Europa che rappresenti una casa comune dove si possa fare impresa con chiare politiche economiche di libero mercato. E occorre un’Italia con un governo stabile e competente in grado di garantire più lavoro per i giovani, crescita costante e riduzione del debito pubblico. I risultati delle elezioni aprono un quadro molto complesso. Serve una grande assunzione di responsabilità per non disperdere i risultati ottenuti con le riforme di questi anni”.
“A livello locale – prosegue Maggioli – stiamo vivendo un promettente momento di dinamismo. A Rimini l’Amministrazione crede realmente nelle potenzialità del territorio e investe per la sua valorizzazione. Per questo diventa indispensabile un impegno comune che veda operatori del manifatturiero e del turismo, i due pilastri della nostra economia, delle costruzioni, del commercio e dell’artigianato, agire con lo stesso obiettivo”.
“In questi anni di crisi – conclude Maggioli – l’industria manifatturiera ha affrontato la lunga traversata del deserto. Abbiamo agito. Abbiamo investito in ricerca e internazionalizzazione. E chi lo ha fatto è sopravvissuto ed è cresciuto. Non vogliamo imporre lezioni, la nostra non è presunzione, ma semplice praticità dettata dall’esperienza. A nostro parere è questa la strada da percorrere. Da qui prendiamo spunto per alcune considerazioni che ci auguriamo possano essere utili allo sviluppo di un piano che veda cooperare tutti gli attori coinvolti”.
Ecco i punti evidenziati da Confindustria:
INVESTIRE NEL FUTURO DEL TURISMO
Vogliamo restare seduti sugli allori del passato, di quello che fu Turismo, anche se con la T maiuscola, o vogliamo agire per realizzare il Turismo Futuristico di Rimini?
Non rinneghiamo di certo il nostro passato, ne siamo fieri. Da noi è nata l’industria che ha fatto da battistrada per creare tutte le altre forme di turismo, da quello congressuale a quello enogastronomico. Abbiamo fatto del concetto di ospitalità a 360° un brand vincente: lo abbiamo ideato, sviluppato ed esportato. Ma è ora di rinnovarsi.
Dall’Amministrazione oggi arrivano segnali importanti. Una nuova idea di turismo che vuole accreditare Rimini come città d’arte di cultura con un’offerta integrata. Dalla ristrutturazione del Fulgor alla ricostruzione del Galli, dai lavori di Piazza Malatesta all’idea di candidare il Tempio Malatestiano a diventare Patrimonio Unesco dell’Umanità, fino alla valorizzazione del genio di Fellini e della figura di Sigismondo Malatesta. Senza poi dimenticare il piano per lo snellimento della viabilità e quello per la salvaguardia della balneazione e per la riqualificazione ambientale che proprio di recente è stato oggetto anche del finanziamento da parte del Cipe. Un impegno che non deve cadere nel vuoto.
Non possiamo permetterci una Rimini a due velocità. Una del centro che sta cambiando rinnovandosi e una del mare che, se non per alcuni casi, resta ferma. Il Parco del Mare continua ad essere l’occasione da cogliere. Bisogna investire in riqualificazione e in rigenerazione urbana con una visione appunto futuristica in grado di competere a livello mondiale. Una scelta che darebbe un impulso importante anche al settore delle costruzioni, il più colpito dalla crisi con una perdita di imprese di oltre il 50% dal 2008 ad oggi.
Mentre tutto il resto è 4.0, la fabbrica del turismo non può continuare ad andare a vapore. I privati devono crederci ed investire affinché possa essere stampata e spedita la nuova cartolina di Rimini.
Se ciò non avviene non solo si perde una grande opportunità di investire nel futuro, ma si corre il rischio di lasciare il posto a un’offerta, si pensi ad esempio alla tematica Airbnb, poco in linea con un’immagine professionale e organizzata di un settore che è vera e propria industria. Un paradosso, vista la concentrazione di strutture alberghiere che abbiamo e che ha pochi pari al mondo e visto ciò che il settore del nostro territorio ha sempre rappresentato.
INFRASTRUTTURE E ATTRATTIVITÀ
Per essere competitivi in ogni settore dobbiamo avere infrastrutture adeguate. I disagi provocati dall’ondata di maltempo di fine febbraio, anche a causa del blocco del traffico ferroviario e di quello stradale, ci hanno dimostrato che il nostro Paese è ancora impreparato. Nel 2018 è inconcepibile. Auspichiamo che il nuovo Governo trovi soluzioni concrete e definitive.
A livello locale possiamo contare su infrastrutture importanti. IEG (Italian Exhibition Group), che è recentemente entrata in Confindustria Romagna, i Palacongressi di Rimini e Riccione, ci permettono di essere attrattivi a livello internazionale ed in particolare di potere proporre un’offerta destagionalizzata.
L’Aeroporto Fellini rimane un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo economico del nostro territorio. Ci auguriamo che possa incrementare la sua crescita e che possa operare in condizioni di leale concorrenza. Confermiamo il nostro sostegno ad Airiminum, una compagnia privata che si sta impegnando seriamente per mantenere un bilancio positivo e per offrire un servizio efficiente. Infrastrutture che insieme alla Porto di Ravenna fanno della Romagna, in un’ottica di sistema, una realtà altamente strategica.
Pensando all’attrattività non possiamo non ricordare la questione delle Aree Industriali. Accogliamo positivamente lo sblocco di situazioni di stallo che per troppo tempo hanno frenato piani di crescita di aziende indirizzati anche alla creazione di posti di lavoro. Pensiamo ad esempio ai casi apparsi recentemente sulla stampa. Ma il lavoro da fare è ancora molto, diversi altri progetti di sviluppo sono in attesa di risposta da anni, come l’area di Rimini Nord. La burocrazia è ancora troppo ingessata, servono tempi di autorizzazione più rapidi.
CREDITO
La crescita, lo sviluppo e una nuova stagione di rilancio non sono possibili senza un sistema credito in buona salute. L’acquisizione da parte di Credit Agricolè – Cariparma di Banca Carim segna un nuovo inizio. È ovvio che ci sia rammarico per la perdita del valore azionario, ma dobbiamo pensare al presente a e al futuro con una Banca Carim, trasformata in Credit Agricolè, ancora in grado di ricoprire il suo ruolo di istituto di credito di riferimento del territorio e con un respiro più internazionale. Le nostre imprese hanno bisogno di tempi rapidi per stare al passo con mercati sempre più competitivi che richiedono grandi investimenti per innovarsi e internazionalizzarsi. La notizia di un credito già predeliberato a beneficio di oltre 950 aziende del territorio, è un’iniezione di fiducia per tutti noi. Siamo convinti che Credit Agricolè – Cariparma sia il partner giusto per affiancarci e per ripartire insieme.
FORMAZIONE E UNIVERSITÀ
Nel Pese i tassi di disoccupazione giovanile restano preoccupanti. In Italia bisogna investire di più nel sistema della scuola e della formazione al fine di creare futuri lavoratori preparati e competenti.
La mancanza di manodopera qualificata riduce la nostra competitività. L’alternanza scuola-lavoro è uno strumento importante in cui Confindustria Romagna crede da sempre e in cui ha investito molto ancora prima che diventasse obbligo di legge.
A Rimini abbiamo il valore aggiunto dell’università che deve essere più sostenuta e valorizzata. Confindustria Romagna, socio fondatore di UniRimini, continuerà a dare il suo completo sostegno riconoscendo pienamente il valore del polo universitario riminese così come lo stanno facendo singole aziende associate. Per un territorio che ha l’obiettivo di rilanciarsi è indispensabile un sistema universitario che funzioni.
Ed ecco la sintesi dell’INDAGINE CONGIUNTURALE CONFINDUSTRIA ROMAGNA – AREA VASTA
CONSUNTIVO SECONDO SEMESTRE 2017 E PREVISIONI PRIMO SEMESTRE 2018.
L’indagine congiunturale dell’area vasta, espressione del campione di imprese associate a Confindustria Romagna, esprime un segnale complessivamente positivo mettendo in evidenza la dinamicità del territorio con tutte le sue peculiarità. L’Indagine effettuata dal Servizio Economico dell’Associazione (dati consuntivo secondo semestre 2017 e previsioni primo semestre 2018) ha coinvolto un campione di aziende del manifatturiero e dei servizi. Non comprende il settore delle costruzioni.
CONSUNTIVO SECONDO SEMESTRE 2017
Fatturato totale: +9,8% rispetto al secondo semestre 2016. Fatturato estero +10,1%, fatturato interno +9,4%. Con riferimento alla classe dimensionale delle imprese, le aziende con meno di 50 dipendenti evidenziano il dato migliore: fatturato totale +13,3%, estero +19,2%, interno +11,7%. Le aziende con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 segnano +8,7% nel fatturato totale, + 9,3% nel fatturato interno e +4,4% nel fatturato estero. Le imprese con numero di dipendenti maggiore o uguale a 250 denotano +9,2% nel fatturato totale, +10,5% nel fatturato estero e +8,7% nel fatturato interno.
Grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 55,1% (rispetto al 49,1% dello stesso semestre 2016) con una percentuale del 59,4% nelle grandi aziende, del 51,6% nelle aziende con meno di 50 dipendenti e del 47,1% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti.
Produzione +10%. Grandi imprese +10,5%, piccole +9,9%, medie +8,3%.
Occupazione +5,1%. Grandi imprese +5,9%, piccole +4,2% e medie +3,2%.
Ordini: il 50,4% delle imprese campione li evidenzia in aumento, mentre per il 14% in diminuzione. Ordini esteri il 39% delle imprese li ha visti in aumento mentre solo un 10,5% in diminuzione.
Giacenze: stazionarietà per il 66,4% del campione, in aumento per il 21,5% e in diminuzione per il 12,1%.
Costo delle materie prime: dato stazionario per il 41,6% delle imprese, per il 57,5% in aumentato mentre per lo 0,9% in diminuzione. Nessuna delle grandi e delle medie imprese ha però visto il dato in diminuzione.
Difficoltà nel reperimento del personale: soltanto il 3% delle aziende la considera molto elevata e il 15,8% elevata, mentre il 18% del campione non riscontra alcuna difficoltà, il 24,1% una bassa difficoltà e il 39,1% una media difficoltà.
Ricorso alla cassa integrazione: per l’82,7% del campione tale ricorso è da escludersi e il 7,5% lo considera poco probabile. Il 9,8 % lo considera probabile ma limitato e nessuno lo considera probabile e consistente.
PREVISIONI PRIMO SEMESTRE 2018
Produzione: prevista stazionaria per il 47,1% delle imprese, in aumento da un altro 47,1% e in diminuzione dal 5,9% degli imprenditori.
Ordini: il 48,8% degli imprenditori prevede un aumento, il 44,1% prevede stazionarietà ed il 7,1% una diminuzione. Ordini esteri: per il 54,3% stazionari, per il 39,1% in aumento e per il 6,5% in diminuzione. Nessuna grande impresa prevede una diminuzione degli ordini.
Giacenze: il 76,4% delle imprese le prevede stazionarie, il 13,2% in aumento e il 10,4% in diminuzione.
Occupazione: stazionaria per il 68,2% del campione, in crescita per il 24,2% e in calo per il 7,6%.
INVESTIMENTI 2017-2018
Consuntivo anno 2017
L’indagine sugli investimenti in percentuale sul fatturato effettuati nel 2017 in Romagna, rileva un dato pari al +5% in linea con la situazione emersa a Ravenna e a Rimini.
Relativamente ai settori, a livello romagnolo quelli che nel 2017 hanno investito maggiormente in percentuale sul fatturato sono stati il settore dei prodotti di raffinazione (7,3%), gomma-plastica (6,7%), carta-stampa (5,8%).
Per quel che riguarda la tipologia degli investimenti effettuati nel corso del 2017, gli investimenti più ricorrenti sono quelli in ICT (51,8%), formazione (46,1%) e ricerca e sviluppo (44,7%).
L’8,5% degli imprenditori coinvolti ha dichiarato di non aver effettuato alcun investimento nell’anno 2017.
Previsioni anno 2018
La percentuale di imprenditori che prevede di non realizzare investimenti nel 2018 (12,1%) cresce leggermente rispetto al 2017, anno in cui le imprese hanno maggiormente beneficiato dei vantaggi offerti dal “Piano nazionale Industria 4.0”, in linea con l’aumento della percentuale di investimenti e con quanto emerso dai dati di Ravenna e Rimini.
Nel 2018 il 22% del campione prevede di effettuare investimenti commerciali all’estero, in aumento rispetto al dato registrato nel 2017 che è stato pari al 12,8% del campione.
Le aree aziendali maggiormente coinvolte in investimenti nel 2018 saranno: ICT, formazione, ricerca e sviluppo e linee di produzione.
In generale il trend dei fattori critici e/o ostacoli alla realizzazione degli investimenti è in linea con quanto emerso nelle due province campionate. Si segnalano ancora una volta come cause predominanti le difficoltà amministrative e burocratiche (31,2%) e la difficoltà nel reperimento di risorse finanziarie (20,6%).
CREDITO
Dai dati di Banca d’Italia riferiti all’area vasta (province di Rimini e Ravenna) emergono ancora segnali di riduzione degli impieghi: a dicembre 2017 gli impieghi complessivi su base annua sono diminuiti del 6,17% e del 9,5% per quel che riguarda gli impieghi alle imprese private.