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Rimini, inchiesta tecnopolo. Rinviata l’udienza preliminare

L’udienza preliminare prevista oggi al Tribunale di Rimini per la richiesta di rinvio a giudizio dei 18 indagati nell’ambito dell’inchiesta Tecnopolo è stata rinviata a martedì 19 novembre con sospensione dei termini di prescrizione su decisione del Gup Benedetta Vitolo.

L’udienza in programma oggi alle 9.45 è stata rinviata a causa di un legittimo impedimento di un legale difensore di uno degli indagati, l’avvocato Ditroia, coinvolto nei giorni scorsi in un grave incidente d’auto.

L’inchiesta su Tecnopolo, partita nell’agosto 2015 dopo che l’allora assessore della prima giunta Gnassi Roberto Biagini aveva presentato un esposto al procuratore della Repubblica Giovagnoli. Tutto ruotava attorno alla figura di uno degli indagati, il modenese Mirco Ragazzi: un “facilitatore”, cioè un consulente di aziende private che tiene i rapporti con le pubbliche amministrazioni. Attività che può essere del tutto lecita e trasparente, ma che nel caso di Ragazzi aveva suscitato i sospetti di Marco Bellocchi, presidente C.A.R. Rimini (consorzio di artigiani edili): se lo era ritrovato come consulente, nominato dal suo predecessore Perazzini, ma oltre a revocargli gli incarichi aveva sentito il bisogno di segnalarlo all’assessore Biagini. Il quale, dopo alcune verifiche negli uffici comunali, ha passato tutto alla procura.

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, alla fine ha riempito 10 faldoni di documenti. Sono corredati da una messe di intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e fotografie, talvolta estremamente imbarazzanti. Oltre alla vicenda del Tecnopolo, la struttura universitaria costruita con finanziamenti regionale, sono scaturiti altri filoni su cui si sta ancora investigando, come Acquarena e i lavori alla scuola “Valgimigli”; sono tre gli stralci, due dei quali inviato per competenza a Bologna e Pesaro.

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