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Rimini, inchiesta Tecnopolo. Aggiornata l’udienza preliminare a gennaio

L’udienza preliminare di oggi, 19 novembre, al Tribunale di Rimini per la richiesta di rinvio a giudizio dei 18 indagati nell’ambito dell’inchiesta Tecnopolo è stata aggiornata in prosecuzione a martedì 21gennaio 2020. Era prevedibile un aggiornamento tenendo conto del numero degli indagati e permettere alle difese di esporre le proprie ragioni rispetto all’esposizione fatta dall’accusa con la richiesta di rinvio a giudizio.

L’inchiesta su Tecnopolo, partita nell’agosto 2015 dopo che l’allora assessore della prima giunta Gnassi Roberto Biagini aveva presentato un esposto al procuratore della Repubblica Giovagnoli. Tutto ruotava attorno alla figura di uno degli indagati, il modenese Mirco Ragazzi: un “facilitatore”, cioè un consulente di aziende private che tiene i rapporti con le pubbliche amministrazioni. Attività che può essere del tutto lecita e trasparente, ma che nel caso di Ragazzi aveva suscitato i sospetti di Marco Bellocchi, presidente C.A.R. Rimini (consorzio di artigiani edili): se lo era ritrovato come consulente, nominato dal suo predecessore Perazzini, ma oltre a revocargli gli incarichi aveva sentito il bisogno di segnalarlo all’assessore Biagini. Il quale, dopo alcune verifiche negli uffici comunali, ha passato tutto alla procura.

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, alla fine ha riempito 10 faldoni di documenti. Sono corredati da una messe di intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e fotografie, talvolta estremamente imbarazzanti.

Oltre alla vicenda del Tecnopolo, la struttura universitaria costruita con finanziamenti regionale, sono scaturiti altri filoni su cui si sta ancora investigando, come Acquarena e i lavori alla scuola “Valgimigli”; sono tre gli stralci, due dei quali inviato per competenza a Bologna e Pesaro.

 

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