A Rimini è stata inaugurata oggi alle 18 alla Galleria dell’Immagine la mostra delle foto di Marco Pesaresi “Il tempo di un viaggio”.
Marco aveva un talento unico che lo faceva essere presente sempre nella carne viva della società, ovunque si trovasse. Sentiva il peso, forse eccessivo, di queste sue esperienze, ma questo era il compito che sentiva e che si era dato.
La sua “Transiberiana”, in mostra alla Galleria dell’Immagine, completa la grande trilogia con cui Rimini incontra e riconosce il valore dell’opera fotografica di Marco Pesaresi, dopo “Underground” e “Rimini”, forse il suo lavoro più intimo ed essenziale, dedicato alla sua città.
Il tempo di un viaggio è un campionamento esemplare del tipico lavoro che Marco Pesaresi sapeva fare sulle persone nel loro entourage sociale: ispirato, coinvolgente empatico. Di un’umanità partecipata e vissuta in prima persona fino al limite estremo della sofferenza fisica.
«In queste fotografie riconosco la Russia che ho incontrato oltre un decennio fa e riconosco Marco che ho incrociato pochi mesi dopo la sua avventura russa, poco prima che partisse per il suo ultimo viaggio. Palpita in queste immagini il desiderio di contatto e di relazione, nonostante le difficoltà di comunicazione. Quasi ogni immagine è il frutto di un incontro, il tentativo di dialogo e di comprensione individuale e condivisa. Vi è complicità, seppure questa scaturisca anche solo per pochi secondi. Marco non si nasconde, non ruba le foto. I suoi passi, i suoi movimenti non sono silenziosi – lo sono forse i suoi pensieri e il suo desiderio di capire – ma si può quasi immaginare il suo sorriso fragoroso quando immortala la ragazza che mostra il seno e lo scatto repentino per catturare la ragazza bionda che vende lampadari sulla banchina del treno. In queste immagini si ritrovano molte delle cose che si amano della fotografia di Marco e si dovrebbero ricercare in tutta la fotografia. Queste immagini sono incontri prima di essere racconti, sono splendidi esempi della fotografia sincera e onesta che non ha la presunzione di spiegare ma vuole bensì prima capire». (Davide Monteleone).
La mostra è accompagnata da una pubblicazione-catalogo di Postcart Edizioni per SI FEST, Associazione culturale Savignano Immagini SI FEST Savignano sul Rubicone, produttrice della mostra.
Marco Pesaresi
Nasce a Rimini nel 1964. Dopo gli studi superiori, segue i corsi dell’Istituto Europeo di Design a Milano dove comincia la sua carriera di fotografo professionista. Nel 1990 entra a far parte di Contrasto e dopo aver trascorso molti anni tra Milano e Roma si stabilisce a Rimini.
Viaggia molto tra Africa ed Europa. Il suo interesse come fotografo si concentra soprattutto sui più complessi e difficili problemi sociali del nostro paese e della nostra società: l’immigrazione, la droga, l’emarginazione e il fenomeno della prostituzione. Documenta lungamente la vita notturna in Italia e all’estero raccontando momenti intimi e situazioni estreme. L’impegno e l’approfondimento di tali tematiche portano Marco Pesaresi a lavorare su grandi reportage fotografici, che lo vedono impegnato per molti mesi di seguito. Così nasce Underground (pubblicato in Italia da Contrasto e negli Stati Uniti da Aperture), una ricognizione in dieci diverse città del mondo sulla vita delle metropolitane, e il progetto sui Megastores, realizzato tra Giappone, Stati Uniti e Russia per documentare le nuove abitudini consumistiche di questi grandi paesi.
L’ultimo lavoro di Pesaresi è un reportage in bianco e nero su Rimini, uno struggente e malinconico ritratto della sua città natale, che diventerà un libro nel 2003 e una mostra. Le sue foto sono pubblicate regolarmente sulle principali testate internazionali come Panorama, L’Espresso, Geo, El País, Sette, The Independent, The Observer e altre ancora. Espone ad Arles, nell’ambito dei Rencontres Internationales de la Photo, e a Perpignan, nell’edizione 1996 del Festival Visa pour l’Image; la sua mostra Underground gira molte città europee. Nel 1994 vince il Premio Linea d’Ombra.
Il 22 dicembre 2001 Marco Pesaresi muore nella sua Rimini, dove aveva a lungo lavorato.
L’archivio di Marco Pesaresi è stato depositato dalla madre Isa Perazzini a Savignano sul Rubicone, nei locali di Palazzo Vendemini, con lo scopo di conservarlo, catalogarlo e valorizzarlo nel tempo. L’archivio conta oltre 55.000 documenti fra negativi, provini a contatto, stampe, diapositive, fotografie.
A lui è dedicato il Premio Marco Pesaresi per la Fotografia contemporanea, nato per promuovere ricerche e produzioni di fotoreportage connotate da aspetti di progettualità e innovazione nell’ambito del linguaggio della fotografia contemporanea e della cultura visiva.
Orario di apertura:
da martedì a sabato 10-12.30/16-19; domenica 16-19.
Ingresso libero