Ha inaugurato oggi a Rimini il nuovo reparto di terapia intensiva al 4° piano Dea dell’Ospedale Infermi, alla presenza del ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia del governatore Stefano Bonaccini, del sindaco di Rimini Andrea Gnassi, del direttore di Ausl Romagna Stefano Busetti e del sindaco Ravenna presidente del comitato territoriale sanitario e sindaco di Ravenna Michele De Pascale, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.
Il nuovo reparto è parte integrante del nuovo hub nazionale delle terapie intensive dell’Emilia Romagna. A Rimini da metà giugno saranno ospitati 14 posti in terapia intensiva permanenti estendibili a 18 e 12 posti in terapia subintensiva estendibili a 16 più 30 posti per i ricoveri per un totale di 74 nuovi letti. Domani sarà inaugurato il nuovo hub di Bologna. Sono infatti sei gli Ospedali della Regione che ospiteranno i nuovi reparti. Si tratta del Maggiore e del Policlinico S.Orsola di Bologna, dell’Ospedale di Parma, del Baggiovara e del Policlinico di Modena, per un totale di 146 posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva. Di quasi 2.500 metri quadri la superficie complessiva del nuovo reparto.
La peculiarità? Le nuove terapie intensiva serviranno per fronteggiare ancora l’emergenza Covid 19, ma rimarranno in funzione anche dopo. E, cosa più importante, saranno a disposizione dei pazienti di tutto il Paese.
Il nuovo reparto, per la cronaca, entrerà in funzione alla metà di giugno. “Oggi inauguriamo questo reparto nel nome e in memoria di tutte le persone che sono morte di Covid19“, hanno detto in coro tutte le istituzioni presenti.
L’investimento complessivo per la realizzazione dell’hub in Regione è di 26 milioni per buona parte provenienti da fondi nazionali e regionali già stanziati. Nove milioni e mezzo sono stati donati dalla Protezione Civile e circa cinque milioni da una gara di solidarietà a cui hanno partecipato artisti e personalità come Gessica Notaro – presente oggi all’inaugurazione – e Paolo Cevoli.
A margine dell’inaugurazione il ministro Boccia ha risposto indirettamente e senza citarlo al virologo Zangrillo. “Il coronavirus al momento è stato sconfitto ma non è scomparso”, ha detto il ministro. “E’ stato messo all’angolo ma serve ancora responsabilità. Io credo che ora l’obiettivo sia quello di milgiorare la sanità pubblica e di renderla tra le migliori al mondo, accessibile a tutti”, ha poi aggiunto.
E a proposito, il ministro ha lodato l’Emilia Romagna. “Credo che la sanità pubblica sia quella in grado di fare la differenza – ha spiegato – e le Regioni che hanno puntato su quel modello sono quelle che sono uscite meglio dall’emergenza al momento. E credo che l’Emilia Romagna investendo nella prevenzione territoriale pubblica abbia assunto un ruolo di guida“.
IL COMMENTO DI NADIA ROSSI
A commentare l’inaugurazione è stata la consigliere regionale Nadia Rossi (Pd). “Il nostro territorio – ha detto – è stato severamente colpito e l’organizzazione socio-sanitaria si è dovuta adattare in tempi rapidi alle nuove richieste. A partire dall’Ospedale Infermi, il cui personale è stato messo a dura prova e a cui dobbiamo essere grati, potremo mettere a frutto quanto imparato e rendere disponibili le competenze acquisite alla rete regionale e nazionale.
L’emergenza sanitaria che sta via via ridimensionandosi, dopo lunghe ed estenuanti settimane, deve necessariamente esserci di insegnamento. Lo dobbiamo in primo luogo a chi, con la propria professionalità e il proprio lavoro, ci ha permesso di superare questa fase. Investire sulle terapie intensive per essere pronti alle eventuali sfide che ci riserverà il futuro è la strada più efficace per guardare al futuro e rafforzare il sistema sanitario pubblico è lo strumento con cui dobbiamo approcciarci al tema. La nostra Regione ha fatto, con la collaborazione delle Aziende Sanitarie Locali, un investimento importante che non è solo limitato a quello finanziario – 26 milioni di euro, fondi regionali, statali già a disposizione della Regione Emilia-Romagna, donazioni e attrezzature dedicate fornite dalla Protezione civile nazionale – ma anche e soprattutto sulle competenze e le eccellenze di cui disponiamo”.