E’ morto ieri, nella sua casa di Pisa, a 81 anni il filosofo Remo Bodei. Era nato a Cagliari il 3 agosto 1938. Fu visiting professor presso le Università di Cambridge, Ottawa, New York, Toronto, Girona, Città del Messico, UCLA (Los Angeles) e tenne conferenze in molte università europee, americane e australiane.
Dal 2006 fu docente di ruolo in Filosofia alla UCLA di Los Angeles, dopo aver a lungo insegnato Storia della filosofia ed Estetica alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa.
Studioso di Spinoza, Hegel e della modernità. Ricorda oggi Antonio Gnoli su La Repubblica: “Il suo libro, forse più bello, che suggerirei a chiunque volesse oggi chinare lo sguardo sulla nostra storia immiserita, è ‘Geometria delle passioni’ (Feltrinelli, 1991). Un titolo che riassumeva, quasi fosse un ossimoro, la condizione dell’uomo moderno, esposto tanto agli eccessi della razionalità quanto alle patologie della mente (delirio, follia, narcisismo). Preferì riempire la riflessione filosofica di sfumature più che di certezze sistematiche”. “Remo Bodei ha saputo, con grande autorevolezza e senza disdegnare la divulgazione, abbassare il ponte levatoio di quel castello arroccato e cupo con cui di solito si guarda alla filosofia. Credo che gli abbia giovato enormemente l’aver studiato oltre che in Italia, in Germania e aver insegnato per tanti anni nelle più prestigiose università internazionali”.
Il suo libro più recente, uscito a settembre, si intitola “Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, intelligenza artificiale” (Il Mulino, 2019).
Una persona mite, empatica, uomo del dialogo, filosofo vero ma anche grande divulgatore.
Bodei è stato numerose volte ospite a Rimini, a Riccione, a Cattolica e Misano nel corso di conferenze e incontri pubblici. La sua lunga amicizia con Ferruccio Farina lo portò ad intervenire a numerosi convegni dedicati a Francesca da Rimini (nel 2010, nel 2013, nel 2014 e l’anno scorso, nel 2018, all’edizione svoltasi a Gradara). Nell’edizione 2012, svoltasi a Los Angeles, fu il padrone di casa che ospitò, assieme a Massimo Ciavolella, il convegno su Francesca all’UCLA.
Personalmente ebbi l’occasione di intervistarlo per la redazione del volume dedicato all’amico riccionese Orio Rossetti (1945-2014) (“Orio Rossetti. Intellettuale e operatore culturale in Riccione” edito da Il Ponte Vecchio nel 2016). Mi disse, a proposito di Orio ma pensando anche ad altri: “Ho sempre pensato che la provincia italiana sia ricca di persone che non hanno perso il senso di una missione e che sono capaci, nello stesso tempo, di guardare alle vicende del proprio comune di residenza e, insieme, al mondo”. Con Orio “discutevamo molto su Marx e Gramsci, chiedendoci cosa – al di là dei tecnicismi – attraesse innumerevoli uomini e donne nel loro pensiero. Indubbiamente la prospettiva di una concreta giustizia, incarnata nell’analisi di una società come la nostra che – per quanto sia storicamente la più evoluta rispetto alle analisi di Marx e di Gramsci – è tuttora basata, su scala planetaria, sullo sfruttamento, sull’abissale differenza tra ricchi e poveri nei singoli paesi e tra nazioni a livello planetario, sulla violenza e sull’ingiustizia (…) L’insicurezza è indubbiamente una costante della storia umana, che ha visto civiltà tramontare, imperi crollare, religioni estinguersi, popoli e lingue scomparire. L’ansia nei confronti del futuro, la paura e la speranza, il dolore e l’oppressione, il desiderio di libertà e la ribellione, l’inerzia e le iniziative per sbloccare le situazioni di intollerabile sofferenza o disagio sono anch’essi fenomeni durevoli, che si manifestano nel corso del tempo secondo una mutevole gamma di adattamenti e reazioni alle condizioni date (dalla rassegnazione alla forza d’animo, dalla disperazione alla ribellione, dalle illusioni al disincanto”.
Concludeva l’intervista rilasciatami con una serie di domande, rimaste senza risposta, ma più che mai attuali: “Di fronte a un simile variegato panorama, sorge spontanea una serie di domande a cascata: come affrontare lucidamente i disastri già avvenuti, stimando i danni e cercando con sobrietà di trovare i rimedi? Come ridurre gradualmente la distanza tra la vita grama in cui molti si trovano e le speranze individuali e collettive? Come sostenere attraverso la politica e la riorganizzazione del sistema educativo l’auspicato sorgere di un genere di individualità meno disgregata e dispersiva rispetto a quella che ha prevalso negli ultimi decenni e in grado di misurarsi fruttuosamente con modelli di civiltà che non accettano il nostro paradigma di individuo dotato di un’ampia sfera privata e di diritti inalienabili? Come non abbandonare le strategie di emancipazione rinnovandole rispetto al passato?”.
Bodei è stato filosofo del dialogo, delle passioni e della ragione che analizzava il passato per comprendere il presente. Una voce importante della cultura italiana che è venuta a mancare.
5-6-7 marzo 1981. Riccione. Seminario su “Carlo Marx. Storia e politica”. Da sin. Orio Rossetti, Remo Bodei
29 ottobre 2016. Rimini, Sala del Giudizio. Conferenza su “Passioni e desideri” in Biblioterapia 2016. Da sin. Oriana Maroni, Remo Bodei
A Misano il 10 7 2014 con Gustavo Cecchini
In copertina: Remo Bodei