“Con le stesse ragioni di 5 anni fa la sinistra alternativa riminese si presenta alle elezioni amministrative con la lista Rimini in Comune Diritti a Sinistra e con Sergio Valentini, ingegnere, ambientalista e militante sociale candidato sindaco”.
Rimini in Comune Diritti a Sinistra è il primo raggruppamento che presenta la lista completa dei candidati alle elezioni amministrative per il Comune del 3 e 4 ottobre prossimi: “Sara Visintin, candidata sindaco 5 anni fa sarà capolista in continuità con la scelta alternativa che già Rimini in Comune fece alle scorse elezioni”.
LA LISTA
Sergio Valentini candidato sindaco
Candidati:
1 Tonini Annarita
2 De Luigi Roberto
3 Gozzi Carla
4 Righetti Claudio
5 Visintin Sara
6 Pruccoli Fabio
7 Federici Silvia
8 Gigli Massimo
9 Bagattoni Mirca
10 Galli Stefano
11 Foschi Laura
12 Pavirani Ettore
13 Gianatti Marilena
14 Carlini Andrea
15 Andreani Elmo
16 Cugnetto Eliana
17 Mangianti Giorgio
18 Evangelisti Andrea
19 Soldati Danilo
20 Gaziano Rosario
21 Pasolini Walter
22 Mascioli Guido
23 Gaia Corrado
L’APPELLO ELETTORALE
“Vogliamo una città viva e aperta, che ha memoria del passato, ma guarda al futuro. Rimini non è destinata ad essere consegnata alla rendita immobiliare, al potere finanziario, alla speculazione edilizia e alla cattiva politica. Rimini vuole essere una città solidale, non una merce in competizione con altre città merce. Il centro cittadino sta perdendo la sua identità ed a tratti irriconoscibile per i suoi residenti. È come una vetrina ben illuminata ma vuota, con i musei ridotti a strumento di marketing. Le periferie sono carenti di vita sociale e culturale, mentre vengono chiusi i presidi sanitari pubblici, privatizzate le scuole materne e gli asili nido. Gli spazi pubblici sono ceduti ai grandi eventi per i vip e svuotati della loro vocazione pubblica, e in alcuni casi sono dismessi o abbandonati.
Vogliamo riempire tutti questi vuoti e restituire nuova vita ad una città che si è smarrita. Vogliamo una democrazia degli spazi, non un vuoto chiamato democrazia, dove tutto è deciso altrove. Non è un sogno irrealizzabile, ma da inseguire e costruire insieme, attraverso percorsi che altre città hanno già avviato con successo.
Abbiamo in mente una città verde, capitale di un nuovo modello di sviluppo basato sui principi dell’economia solidale e circolare, sull’autorecupero e l’autocostruzione per uso abitativo e sociale. Una città che compia una piena transizione verso le energie rinnovabili.
La nostra è la Rimini della cultura, culla di bellezza che valorizza il suo paesaggio urbano e i suoi beni artistici perché li considera un bene comune da curare come un insieme armonico.
È la Rimini che promuove un nuovo welfare locale, fondato sulla gestione pubblica e collettiva dei beni comuni, a partire dall’acqua, e delle risorse essenziali. È una città che si lascia alle spalle la triste stagione delle privatizzazioni per tornare ad essere una comunità dove chi lavora ha una giusta retribuzione e può guardare al futuro senza paura. È una città dove il diritto alla salute per tutti deve essere il fondamento della convivenza civile e la diffusione della medicina sul territorio un punto fondante della nostra comunità.
È una città laica, antirazzista, antifascista e femminista.
La ridefinizione di una Rimini nuova non può essere demandata ai poteri forti, ma deve essere affidata a un governo di tutte e tutti, un governo della cittadinanza. Le nostre città, anche Rimini, sono state in questi decenni dominate da politiche economiche fondate sullo sfruttamento delle risorse collettive a vantaggio di pochi. È necessario aprire nuovi spazi di partecipazione che garantiscano il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine al governo della città e della sua economia. Se alla crisi economica si deve rispondere con investimenti pubblici, con un diverso modello di sviluppo e con la reintroduzione dei diritti sociali, alla crisi della democrazia si deve rispondere allargando gli spazi democratici e di partecipazione, rendendo più vicini e trasparenti i luoghi dove vengono assunte le decisioni.
Dalle città può partire un movimento in grado di riaprire il dialogo tra i popoli e le culture. Dalle città, dal basso, può rinascere una visione planetaria dell’essere umano in grado di abbattere gli egoismi, le divisioni, i nuovi muri. Rimini ha visto disperdersi nel corso degli anni la propria vocazione internazionale e pacifista. Vogliamo ridarle quel ruolo di città promotrice di pace, di dialogo, di incontro tra culture, aperta ai movimenti femministi. Faremo partire da questa città un nuovo umanesimo che contrasti le politiche dell’odio e della violenza che avanzano nella società e nelle istituzioni, che smilitarizzi le relazioni umane, che valorizzi tutte le pluralità e che promuova il principio costituzionale della pari dignità sociale.”