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Rimini, in carcere il rapinatore col martello della gioielleria Marchini. Il video

Il rapinatore con la mazzetta da muratore è finito in carcere. Nei confronti dell’uomo che il 19 ottobre aveva assaltato la Gioielleria Marchini di Marina Centro, questa mattina gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Rimini, diretti dal dottor Massimo Sacco, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari, dr.ssa Sonia Pasini, su richiesta del Sostituto Procuratore dr. Bertuzzi, L’uomo, Francesco Bordone, è nato a Modena e residente a Rimini, ha 43 anni ed è un professionista piuttosto noto nel suo settore e figlio di un noto penalista modenese ormai defunto. L’accusa nei suoi confronti è di tentata rapina aggravata . L’uomo si era già costituito a Modena e rimesso a piede libero, ma ora per lui è scattato l’arresto ed è stato trasferito nel carcere di Rimini a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Quel 19 ottobre erano da poco trascorse le 9 quando il personale delle Volanti della Questura di Rimini è intervenuto alla gioielleria Marchini di Marina Centro a Rimini, ove era stato segnalato un tentativo di rapina da parte di un individuo, apparentemente a viso scoperto e armato di un grosso martello da carpentiere.

Il malvivente era vestito in modo elegante e, fingendosi cliente e approfittando che in quel momento era presente in gioielleria solo Giuseppe Miller Marchini, una volta avvicinatosi al bancone, ha chiesto al titolare di potere visionare alcune fedi. Il gioielliere, dopo avere prelevato un espositore dal sottostante bancone, si è abbassato nuovamente per prelevarne altri, ma a quel punto è stato colpito violentemente e ripetutamente al capo con un grosso martello avvolto in un panno che il finto cliente aveva tenuto nascosto in un sacchetto.

Il gioielliere, benché ferito, ha ingaggiato una colluttazione con il suo aggressore riuscendo ad aggrapparsi a lui; cosicché entrambi sono rovinati pesantemente sul pavimento. Nonostante ciò il rapinatore ha continuato a colpire con violenti calci e pugni il gioielliere riuscendo infine a liberarsi dalla presa e a fuggire.

Sono a quel punto intervenuti gli agenti della Sezione Antirapina, diretta dall’Ispettore Capo Pier Paolo Urbini. Marchini aveva ferite al cuoio capelluto e al volto ed è stato  ricoverato all’ospedale “Infermi” con una prognosi di  30 giorni.

E’ da quel momento che sono iniziate le ricerche su tutto il territorio dell’autore del crimine. Un uomo che si trovava occasionalmente nei pressi della gioielleria, notando il gioielliere uscire dal suo negozio con il volto insanguinato e il rapinatore fuggire verso via Dandolo, aveva provato a inseguirlo allertando gli agenti, ma in prossimità dell’incrocio con via Cormons il fuggitivo era scomparso.

Dalle indagini è poi risultato che quel luogo era già noto alle forze di polizia per una precedente attività di indagine. Gli agenti hanno, in particolare, constatato che, percorrendo la via Cormons, vi era un’entrata carraia apribile che dava accesso ad un vialetto di pertinenza di una casa, allo stato, chiusa e disabitata, il cui cortile, nascosto alla vista da altra abitazione, era confinante con quello di un altro condominio diviso da questo da una bassa recinzione. Gli inquirenti hanno allora ritenuto che il fuggitivo, ben conoscendo la zona, avesse approfittato di tale passaggio per scomparire alla vista del suo inseguitore e della volante, rimanendo nascosto in attesa che costoro se ne andassero per poi dileguarsi definitivamente.

Nel corso della stessa tarda serata del 19 ottobre, i poliziotti hanno individuato l’abitazione, ritrovando all’interno della mansarda sita al piano superiore all’appartamento abitato da una coppia di coniugi, celato sotto un letto, un borsone contenente materiale riconducibile alla tentata rapina. Gli agenti hanno rinvenuto effettivamente all’interno del borsone, una maschera in lattice, raffigurante un uomo di carnagione chiara, calvo, con sopracciglia, baffi e pizzetto di colore castano, nonché un paio di guanti in gomma colore carne e vari indumenti e in particolare, diversi scontrini di acquisti effettuati, tra cui lo scontrino fiscale, rilasciato il 18/10/017. alle ore 11.03 da un supermercato lì vicino. La maschera rinvenuta era in particolare di tipo professionale ad uso cinematografico/teatrale, che copriva per intero il capo dell’utilizzatore, scendendo fino al petto, e raffigurava proprio il soggetto che nella mattinata precedente aveva commesso la tentata rapina presso la gioielleria. Anche gli indumenti ritrovati corrispondevano a quelli indossati dal rapinatore.

Gli investigatori della Mobile, quindi hanno acquisito le immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza installato nel supermercato dal quale il rapinatore si era rifornito, accertando cosi che l’acquisto cui si riferiva lo scontrino fiscale rinvenuto nel borsone era stato effettuato sicuramente da un uomo con corporatura esile, alto circa 175 cm, capelli voluminosi e barba, perfettamente compatibile per caratteristiche fisiche (corporatura, altezza) con il rapinatore della gioielleria.

Uno dei due coniugi, dopo aver visto il fotogramma raffigurante l’uomo che faceva la “spesa”, ha così riconosciuto in quell’uomo suo genero.
Dopo aver così dato un nome a quel volto, gli investigatori si sono posti immediatamente sulle sue tracce sino a quando sono riusciti a individuare l’autore del violento crimine. Nel frattempo il rapinatore, sentendosi braccato, si era consegnato alla Questura di Modena; a sua giustificazione aveva raccontato di una situazione di bisogno economico. Ma gli accertamenti e i riscontri effettuati sono diventati elementi sufficienti per poter ottenere l’ordinanza restrittiva della libertà personale.

E, infatti, terminati gli accertamenti, il Sostituto procuratore dr. Bertuzzi, che ha coordinato l’attività di indagine svolta dagli uomini della Squadra Mobile, ha chiesto e ottenuto la misura della custodia cautelare in carcere.

Ma le indagini non sono terminate. Dalle indagini degli inquirenti la maschera usata per la rapina alla gioielleria Marchini compare in altre rapine tra San Marino e Pesaro

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