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Rimini, “Il Paese che vogliamo”: tre nuovi webinar con Cia Agricoltori Italiani

“Il Paese che vogliamo”, il road-show iniziato un anno fa e interrotto nel viaggio dal nord al sud Italia dall’emergenza Covid-19 è ripartito online, dall’assunto cardine del progetto, che proprio il Coronavirus ha fatto emergere in modo evidente: agricoltura e agroalimentare sono assolutamente strategici.

“Gli Agricoltori Italiani per l’ambiente, il territorio e le produzioni di qualità” è il tema che lega i tre nuovi seminari online per un confronto con istituzioni nazionali, Ue, enti e organizzazioni, mondo delle imprese e della ricerca. Mercoledì 8 luglio alle 9, in collaborazione con IBMA Italia, “Innovazione per la sostenibilità: il valore delle tecnologie di biocontrollo per la difesa delle colture”; venerdì 10 alle 11 “Agricoltura e territorio: dal green deal la ripartenza”; mercoledì 15 alle 10: “Green New Deal: agricoltura biologica protagonista. Adeguare le politiche del settore biologico per realizzare gli obiettivi di sostenibilità 2030” organizzato da Cia con Anabio. Ci si potrà collegare dal sito www.cia.it o dalla pagina Facebook di Cia-Agricoltori Italiani.

“La particolare situazione del settore dovuta a Covid, maltempo, cimice asiatica, solo per fare alcuni esempi, si inserisce purtroppo in un quadro generale del Paese di assoluta debolezza – afferma Danilo Misirocchi, presidente Cia Romagna – Il rilancio non può che partire da qui, investendo sul valore economico, sociale e ambientale delle zone rurali italiane. Da parte nostra c’è grande preoccupazione e chiediamo alla politica un forte senso di responsabilità”.  

Nella prima videoconferenza promossa da Cia il 2 luglio, con la partecipazione di istituzioni, mondo delle imprese e della ricerca il tema è stato “Superare l’emergenza. I sistemi produttivi del territorio modello per ripartire”. Cia ha fatto il punto sul ruolo economico e produttivo dell’agroalimentare italiano in tempo di Covid-19 e sugli scenari di lungo periodo con la presentazione del Report elaborato da Nomisma per la Confederazione. Lo studio analizza i valori alla base delle scelte di acquisto di food&beverage del lockdown e della ripartenza, individuando i fattori influenti e tracciando possibili scenari.

Ne emerge un cittadino che esce dalla crisi pandemica più attento al Made in Italy (26%), alla tutela dell’ambiente (22%), alle tipicità del territorio (16%), alla salute (15%) e alla convenienza (14%). Guardando in prospettiva, da qui ai prossimi 30 anni, una popolazione italiana più vecchia porterà a una diminuzione dei consumi vicina al 10%. Per sopravvivere al calo della domanda interna, servirà competenza nell’export e nuovi assetti aziendali per produzioni realmente più orientate al consumatore.

Il Covid ha avuto effetti drammatici sulla tenuta socio-economica del Paese, ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita. La pandemia ha reso però chiara la centralità dell’agricoltura, che ha svolto la funzione di garante dell’approvvigionamento alimentare nazionale, ma ciò non è stato sufficiente ad arginare crisi e perdite reddituali, soprattutto legati allo stop del canale Horeca (bar, ristoranti) e al crollo delle presenze per gli agriturismi.

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