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Rimini, il docufilm su Pio La Torre nella matinée del Fulgor con Walter Veltroni

Matinée al Cinema Fulgor: domenica 19 febbraio alle 11 colazione e presentazione del docufilm “Ora tocca a noi” sulla storia di Pio La Torre e la sua lotta alla mafia. 

A presentarlo, l’onorevole Andrea Gnassi, il regista Walter Veltroni e il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti alla presenza dei sindaci e delle istituzioni del territorio 

Un docufilm straordinario e attuale, che parla con i fatti di un uomo, Pio La Torre, che partendo dalle lotte dei braccianti contro la mafia agraria diventò guida del sindacato e poi segretario regionale del Pci siciliano. Un uomo che negli anni ’70 e ’80 si batté contro la costruzione della base missilistica a Comiso – minaccia per la pace nel Mediterraneo e in Sicilia – e fu il protagonista della Legge che istituì il reato di associazione mafiosa e il sequestro dei patrimonio dei boss. Se la mafia fu ed è ancora oggi colpita al cuore con l’introduzione di queste due misure che sono chirurgiche e letali lo si deve a lui e per questo fu assassinato da Totò Riina. Con questa iniziativa con Walter Veltroni teniamo alta la consapevolezza che la lotta alla mafia deve continuare”. Così l’onorevole Andrea Gnassi presenta l’appuntamento organizzato con il Pd provinciale in programma domenica 19 alle 11 al Cinema Fulgor: la proiezione del docufilm “Ora tocca a noi” con la partecipazione del regista Walter Veltroni e del segretario Filippo Sacchetti alla presenza dei rappresentanti istituzionali del territorio. L’ingresso al matinée con proiezione e colazione è libero

L’arresto di Mattia Messina Denaro ci parla di una lotta al cancro mafioso che esiste ancora ed è efficace grazie a persone come Pio La Torre, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una battaglia che ha bisogno di un fronte comune di tutte le forze politiche e di un senso supremo delle istituzioni anche da parte di chi è ora al governo: ma mentre in Parlamento si istituiva la Commissione Antimafia, momento solitamente di grande unità parlamentare, abbiamo visto Donzelli attaccare il Pd  con menzogne e falsità. E, cosa mai accaduta nelle istituzioni, utilizzando carte riservate sui colloqui fra i mafiosi e Cospito che non solo dovevano rimanere segreti proprio per essere efficaci, ma che nulla hanno a che vedere con il Pd. Mentre in qualsiasi Paese democratico il rivelare segreti di Stato da membro del Copasir avrebbe comportato le dimissioni, da noi è seguita invece l’imbarazzante difesa del ministro Nordio nei confronti dello stessoRimini, il docufilm su Pio La Torre nella matinée del Fulgor con Walter Veltroni Donzelli e del sottosegretario alla giustizia Delmastro”, prosegue Gnassi, evidenziando: “L’iniziativa di domenica significa parlare di lotta alla mafia con i fatti e le storie di persone eccezionali. Significa ricordare che ci sono forze politiche, le cui radici sono anche quelle di Pio La Torre, che non si fanno intimidire né dall’uso politico di ruoli istituzionali come quello del Copasir né tantomeno dalla lotta alla mafia: un cancro che, in forme diverse e articolate, non è solo in Sicilia ma anche nel resto del Paese e dalle nostre parti. Per combatterlo bisogna parlarne ed essere rigorosi, l’opposto di quello che è avvenuto in questi giorni”.

 

Il docufilm

“Ora tocca a noi” è scritto e diretto da Walter Veltroni con la collaborazione di Monica Zapelli, è prodotto da Minerva Pictures, Rai Documentari e Cinecittà Luce con il contributo di Rai Teche e racconta la storia e il coraggio del segretario del Partito Comunista ucciso da Cosa nostra il 30 aprile 1982. Il titolo è la citazione di una frase chePio La Torre disse all’amico Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci, pochi giorni prima di essere assassinato insieme a Rosario Di Salvo, e che rivela la consapevolezza tragica del suo impegno, ma anche un’esortazione a tradurre in fatti quell’esempio antimafia.

Figlio di una famiglia di braccianti, fin da piccolo Pio si è impuntato per poter studiare quella citazione è anche una sollecitazione a non considerare la mafia che spara di meno rispetto ad allora, a raccogliere il suo testimone e un invito a non smettere”, ha spiegato lo stesso Veltroni presentandone l’anteprima, mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come testimonia in apertura del documentario, ha ricordato che “la legge che porta anche il suo nome (la Rognomi-La Torre, che ha introdotto il 416 bis nel nostro ordinamento e anche le misure per privare dei loro patrimoni i mafiosi) contiene elementi che si sono dimostrati essenziali per colpire e sconfiggere la mafia“.

Nel docufilm si trovano materiale d’archivio, interviste originali, ricostruzioni, testimonianze di chi ha conosciuto La Torre e immagini che ripercorrono gli anni dell’infanzia e quelli dell’impegno nel Pci e in Parlamento: su tutte il vibrante discorso dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella.

 

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