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A Rimini il giro del mondo con i presepi

Che si preferisca l’uno o l‘altro non ha importanza, ormai non è più una scelta, in casa si fanno tutti e due; l’albero e il presepio. Certo è che “costruire” la rappresentazione della natività ha un fascino tutto suo.

Tutti sanno che la prima sacra rappresentazione la fece San Francesco a Greccio, nel 1223. Da allora è stata una continua evoluzione fino ad arrivare a presepi meccanici e poi elettronici. Con l’acqua che scorre nei fiumi, la ricostruzione del giorno e della notte, le pale dei mulini che ruotano, i personaggi in movimento.

Vi è quello napoletano, famosissimo che ogni anno si arricchisce dei personaggi del momento (quest’anno va di moda Trump ma più ancora Claudio Ranieri), vi sono le rappresentazioni dei presepi viventi, con figuranti che ricostruiscono la natività animandola (dalle nostre parti il più noto è quello di Montefiore).

Ma la base è sempre quella, da ogni parte del mondo: la capanna, San Giuseppe, il bambino (che viene messo nella mangiatoia la notte di Natale), Maria e il bue e l’asinello, i pastori con le pecore, i Re Magi (vengono messi il giorno dell’Epifania), un cielo stellato con la Cometa, oppure uno scenario  con un paesaggio di sfondo. Da bambini si andava sulle scarpate dei campi esposte a nord e con un coltello e si “tagliavano” fette di muschio che si appoggiavano sul piano – di solito un tavolo – dove si faceva per il presepio. Le strade si facevano con la farina; oggi si fa prima con fogli di carta stampata di stelle o paesaggi.

Ma il presepio (dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, stalla dove stavano le capre e le pecore), da prae (innanzi) e saepire (recinto), è diffuso in tutto il mondo.

La scena della natività, naturalmente rimane la stessa, ma ogni popolo ha le proprie varianti legate alla cultura del luogo ed ai materiali reperibili. In Bangladesh c’è il fiume sacro, in Africa le statuette sono di legno nero scolpito, in Ucraina i palazzi riprendono le cupole dorate delle chiese ortodosse, in Sud America i lama sostituiscono i cammelli, e così via girando il mondo.

Un giro del mondo che si può fare a Rimini, nel Palazzo dell’Arengo, dove ormai da 14 anni la Caritas-Migrantes, organizza “Presepi dal mondo, una mostra che raccoglie rappresentazioni da oltre sessanta paesi. La mostra sarà aperta fino al 6 gennaio:

Ne abbiamo fotografati alcuni:

Pietroneno Capitani

 

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