Cerca
Home > Eventi Cultura e Spettacoli > Rimini, Gambalunghiana: da sabato in esposizione i codici e gli incunaboli di San Girolamo

Rimini, Gambalunghiana: da sabato in esposizione i codici e gli incunaboli di San Girolamo

Una occasione da non perdere, per i riminesi amanti del bello e cultori dell’identità storica cittadina, è quella di sabato 10 giugno, alle ore 17,30 nelle splendide Sale Antiche al piano nobile di palazzo Gambalunga, sede della biblioteca civica.

Per la prima volta verranno esposti al pubblico tutti insieme i 5 manoscritti e 3 incunaboli, di proprietà della Confraternita di San Girolamo, che costituiscono uno dei nuclei storicamente ed artisticamente più importanti del patrimonio della Biblioteca Gambalunghiana.

Questo l’elenco delle meraviglie che saranno esposte su grandi leggii:

il Passionario della seconda metà del XII secolo (Sc-Ms. 1), contenente le vite di santi martiri romagnoli, riminesi o particolarmente venerati nella diocesi di Rimini, opera di uno scrittorio riminese, con buona probabilità quello dell’abbazia di S. Gaudenzio;

il De civitate Dei di sant’Agostino (Sc-Ms. 2), databile al 1415-1419, illustrato da 22 finissime iniziali figurate su foglia d’oro attribuibili alla prima attività del tardogotico “Maestro della Sagra di Carpi”, scritto da Donnino da Borgo S. Donnino per Pandolfo III Malatesta, il padre di Sigismondo Pandolfo (insieme ad un altro codice di diversa provenienza, questa è la sola testimonianza in loco della biblioteca dei signori di Rimini);

il rarissimo messale “ad usum fratrum armenorum” del XV secolo (Sc-Ms. 6), testimonianza della vita religiosa e liturgica della comunità armena, la cui presenza a Rimini è documentata fin dal Duecento – ulteriore prova storica del legame di Rimini con il Vicino Oriente;

le Epistolae e il De viris illustribus di san Girolamo (Sc-Ms. 7), XV secolo;

i Tractatus contra Iudaeos di Niccolò di Lyra e di Girolamo da Santa Fe (Sc-Ms. 39), della seconda metà del XV secolo, illustrati da quattro eleganti iniziali decorate a motivi vegetali e animali fittamente intrecciati su fondo d’oro in foglia (la prima con iscritto lo stemma dei Gonzaga), opera di un raffinato miniatore lombardo, importante per la storia della letteratura antigiudaica;

le Epistolae di S. Girolamo (4.P.II.6), stampate a Venezia da Antonio di Bartolommeo Miscomini nel 1476 e illustrate da due splendide miniature del “Maestro del De civitate Dei di Cesena”: una raffigurante S. Girolamo nel suo studio, l’altra S. Girolamo penitente nel deserto;

un De civitate Dei di sant’Agostino stampato a Venezia nel 1475;

il commento morale al libro di Giobbe di san Gregorio Magno, incunabolo veneziano del 1480.

Questo patrimonio di autentici capolavori (valore di assicurazione oltre 2 milioni di euro), fu dato in deposito alla biblioteca civica dalla Confraternita di San Girolamo alla metà del Settecento, su proposta di uno dei confratelli di allora, monsignor Giuseppe Garampi, che era stato in gioventù vice-custode della Gambalunghiana e in seguito avrebbe fatto carriera presso la Santa Sede come Cardinale, prefetto dell’Archivio Segreto, e fra l’altro Nunzio Apostolico a Vienna.

Del resto la Confraternita – istituita nella prima metà del Quattrocento e viva ancora oggi – ha attraversato tutta la storia moderna di Rimini ed ha avuto tra i suoi membri molte celebrità: oltre al ricordato Card. Garampi, anche Luigi Tonini, il “padre” della storiografia cittadina, ed il giovane ingegnere Alberto Marvelli, esempio di laico cattolico dedito al bene comune, beato della Chiesa cattolica, per ricordarne alcuni.

L’esposizione sarà introdotta dagli interventi di Massimo Pulini, Assessore alle Arti, Marco Ferrini, Presidente della Confraternita di San Girolamo e della Ss. Trinità, Paola Delbianco, Responsabile Fondi antichi, che dialogheranno facendo rivivere il passato nel legame con il presente.

Anticipa il dottor Ferrini, recentemente insignito della Commenda dell’Ordine di San Gregorio Magno:

La Confraternita formata da 33 soci, come vuole l’antico statuto, è riuscita a passare attraverso mille difficoltà, dalle soppressioni napoleoniche e sabaude, ai terremoti, alla distruzione dei bombardamenti: è uno spaccato di storia della città, ed è ancora viva. Oggi ci dedichiamo sostanzialmente all’educazione alla vita cristiana, collaborando per quanto possibile al bene comune, in particolare curando i beni culturali rimasti. Oltre al deposito dei libri antichi, ricordo il restauro del 2008 dell’Oratorio di San Giovannino, oggi restituito alla fruizione pubblica, benché limitata, anche per lo svolgimento di mostre e concerti; importantissimo, poi, il nostro deposito presso i Musei Comunali della pala del Guercino della Visione di s. Girolamo nel deserto; l’archivio storico, recuperato al degrado, catalogato e messo in rete; e tanto altro. Per questo, negli ultimi 10-15 anni abbiamo cercato di far conoscere meglio ai riminesi e all’opinione pubblica questa realtà – nel nostro territorio quasi unica nel suo genere: la vorrei definire con i termini della nostra Costituzione italiana, come uno dei “corpi sociali intermedi” dove sorge lo spirito civico e l’appartenenza ad un popolo. Una soggettività, la cui identità è legata alla tradizione cattolica, che non cessa di tentare di contribuire al bene della comunità civile”.

Progetti per il futuro?

Siamo all’opera per valorizzare il patrimonio immobiliare, allo scopo di reinvestire in ulteriori restauri di beni culturali: ne conseguerebbe indirettamente un beneficio per tutta la cittadinanza. Ci auguriamo quindi una mutua collaborazione fra istituzioni del privato e del pubblico”.

Info:

ingresso libero

0541 704486

gambalunghiana@comune.rimini.it

www.bibliotecagambalunga.it

Sabato 10 giugno 2017, ore 17:30

Biblioteca Civica Gambalunga, Sale Antiche

via Gambalunga 27 – Rimini

Ultimi Articoli

Scroll Up