E’ necessario un nuovo concetto di ambiente e spetta alle nuove generazioni inventarlo. Questo il messaggio lanciato da Franco Farinelli intervenuto mercoledì scorso a “Dire il futuro: il lessico del XXI secolo”, terzo appuntamento del ciclo di incontri promosso dal Liceo Economico Sociale di Rimini in collaborazione con l’Università di Bologna/Campus di Rimini.
L’ambiente, così come l’abbiamo concepito dal ’400 in poi, è in crisi irreversibile, ha affermato il prof. Farinelli. Se il concetto di spazio, nato in epoca umanistica, si fondava sulla netta separazione tra soggetto (chi guarda) e l’oggetto (l’immagine disegnata) e misurava la distanza tra queste due entità, oggi ha spiegato il professore, questo concetto, così inteso, non è più proponibile.
Lo spazio, la natura, l’ambiente così come l’abbiamo conosciuto e concepito per tutta l’epoca moderna presupponeva sia la netta distinzione tra soggetto e oggetto ma, soprattutto, un soggetto immobile; oggi chiaramente questa nozione è antiquata.
Come sempre ricca di spunti originali la lezione del prof. Farinelli che ha cominciato la sua lezione con l’immagine dell’Ospedale degli innocenti a Firenze ed ha proseguito con la prima pagina del frontespizio del Leviatano per arrivare alla cesura rappresentata dal filosofo Husserl che, per primo, mette in discussione la netta separazione cartesiana di res cogitans (soggetto) e res extensa (oggetto) e quindi, per primo, si rende conto che questa separazione è da rivedere.
Proprio da qui occorre partire, ha affermato Farinelli, dal fatto cioè che le due res hanno qualcosa in comune; da qui si può costruire un nuovo concetto di ambiente che vada nella direzione non della distinzione ma dell’unione tra soggetto e oggetto, non della distanza ma della simultaneità, come dimostra oggi la rivoluzione della rete, la cibernetica e l’economia finanziaria. Soggetto e oggetto oggi sono un’unica cosa e il soggetto, chiaramente, non è più immobile ma mobile e dinamico.
Ecco perché gli stati non riescono a misurarsi con il fenomeno delle migrazioni, perché, ha spiegato Farinelli, sono troppo legati al vecchio e superato concetto di ambiente che considera l’uomo immobile. Se si vuole affrontare correttamente il fenomeno delle migrazioni, ha aggiunto, occorre pensare ad un soggetto in continuo divenire e in continuo movimento.
Alle nuove generazioni l’arduo compito: studiare e conservare memoria e poi, a partire da questo, coniare un nuovo concetto di ambiente che certamente non può prescindere dalla centralità dell’uomo come dimostrano i recenti fenomeni che vanno da Greta Thunberg a Carola Rackete fino ad arrivare al fenomeno delle sardine.
Tutti questi fenomeni, in particolare quello delle sardine, ha concluso il professore, dimostrano come le nuove generazioni sentano l’esigenza di elaborare un nuovo concetto di ambiente che parta, per esempio, dalla città intelligente e pensante; l’obiettivo cioè non è quello di creare smartcity ma quello di creare una urbanitas che metta al centro l’uomo, altrimenti macchina ed essere umano diventano la stessa cosa.
Salutato tra gli applausi, il prof. Farinelli ha promesso di ritornare presto.
Prossimo appuntamento del ciclo “Dire il futuro”: 15 gennaio 2020 con il prof. Riccardo Caporali sul tema dell’Uguaglianza.