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Rimini, fiera in borsa: ultimi passaggi in Comune a caccia di 18 milioni, “ma mercato incerto a causa del Governo”

Passaggio molto tecnico ma necessario in vista della quotazione in borsa di IEG, la società delle fiere di Rimini e Vicenza. Su indicazione dell’advisor incaricato di verificare la correttezza dell’operazione rispetto ai parametri richiesti da Consob, il Comune di Rimini ha messo a punto una nuova delibera, che modifica in parte quella già approvata il 2 agosto scorso. I cambiamenti riguardano clausole che dovranno tenere in sicurezza il titolo nel caso di oscillazioni troppo vistose, sia durante i primi 30 giorni di quotazione che ne mesi successivi. Inoltre è stata praticamente rimossa la prima forchetta di valutazione che era stata fissata fra 4,86 e 5,022 euro per azione. Resta la quota minima, ma per i massimi, ovviamente, non si pongono limiti alle offerte degli acquirenti.

Il nuovo atto, approvato in commissione, sarà votato dal prossimo consiglio comunale e il 17 ottobre è dall’assemblea IEG. A quel punto un secondo advisor incaricato del premarketing andrà a sondare gli investitori per quantificare un valore attendibile delle azioni.Iil prezzo nominale di base, quei 4,86 euro, risultano dalla semplice divisione del capitale sociale, poi sarà il mercato a fissare le cifre vere.

In ogni caso, “si dovranno raggiungere determinati livelli di realizzo nella vendita (18 milioni di euro) – spiega l’assessore al bilancio Gian Luca Brasini – il mantenimento dell’equilibrio economico e finanziario di Rimini Congressi (la holding che controlla Rimini Fiera, che estinguerebbe il suo debito di 15 e passa milioni) e il mantenimento del controllo della società”. Senza quei 18 milioni l’operazione non si farà. O almeno non in novembre come per ora programmato, semmai in primavera.

Una società come IEG che può vantare un utile di 9 milioni di euro al netto delle imposte dovrebbe fare una gran bella impressione in Piazza Affari. Ma la fiducia per un concreto interesse degli investitori è intaccata dalle attuali turbolenze del mercato azionario: “L’avvio del percorso della Legge di Bilancio del Governo – evidenzia Brasini – è stato deflagrante per la Borsa. Lo spread è ai picchi e i titoli stanno perdendo terreno“. 

Non solo: se realizzata in novembre, l’operazione potrebbe godere di vantaggi fiscali pari a un milione di euro. Ma il bonus deve essere confermato dalla prossima legge finanziaria e non pare sia aria: chissà se in primavera ci sarà ancora.

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