Sempre più spesso si portano a lavare o stirare i propri capi, sopratutto quelli più costosi ai quali teniamo particolarmente.
Cosa succede se la lavanderia ci consegna il capo danneggiato? Sono sempre più frequenti i casi di danneggiamento e sono frequenti le lamentele e le discussioni del consumatore con chi ha eseguito il lavaggio, il quale si appella di aver seguito le istruzioni riportate in etichetta.
Come tutelarsi? Di seguito riportiamo alcuni consigli.
– acquistare capi di abbigliamento che hanno un’etichetta con la composizione del capo e le modalità di lavaggio e stiratura;
– conservare lo scontrino di acquisto del capo (soprattutto se di considerevole valore), per dimostrare il valore dell’abito;
– farsi rilasciare la ricevuta con l’elenco dei capi consegnati e lo scontrino fiscale;
– controllare che sia esposto il listino prezzi;
– ispezionare il capo e contestare il danno nel momento in cui si va a ritirare il capo. Se ci si accorge di difetti una volta tornati a casa, si hanno otto giorni di tempo per denunciare il danno (ex art. 2226 codice civile);
– se il capo viene smarrito si ha diritto al risarcimento in base al valore del capo al momento della consegna, che va calcolato sulla base di tre fattori: il prezzo di acquisto (consigliamo di conservare lo scontrino di acquisto), l’età e la stato d’uso dell’abito.
Il cliente quindi deve inoltrare formale richiesta di risarcimento (tramite raccomandata con ricevuta di ritorno con l’indicazione dei fatti e la richiesta di risarcimento allegando copia dello scontrino di acquisto) alla lavanderia, che dovrà inoltrare la richiesta alla compagnia assicuratrice.
Articolo realizzato da Sara Benedetti – collaboratrice Federconsumatori Rimini A.P.S.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2018”.