Rimini in D e il presidente Giorgio Grassi getta la spugna. Non ci sta a subire una retrocessione a tavolino e afferma che le sue dimissioni sono “irrevocabili”. Anche se l’assessore allo sport del Comune di Rimini Gian Luca Brasini spera ancora in ripensamento, come ha chiesto durante la diretta di Icaro Sport.
Dopo quattro anno passati all’insegna dello slogan “un altro calcio è possibile”, l’uomo dei palloncini ha dunque detto basta. Ecco la sua dichiarazione ufficiale:
“Rassegno le mie dimissioni, con decorrenza immediata, da presidente del Rimini. Questo non vuole dire che chi prenderà il mio posto non difenderà gli interessi del Rimini e dei nostri tifosi anzi, magari il tutto verrà fatto con maggiore forza. Il Rimini è un bene da tutelare, ci sono le famiglie, i ragazzi del settore giovanile. La cosa che mi dispiace di più sono i ragazzi che proprio in queste ore sono tornati in città per giocarsela, per svolgere il proprio lavoro, e non lo potranno fare”.
“E’ una mazzata, perché negli ultimi giorni la proposta di far disputare i play-out alle ultime 4 della classifica era sembrata quella più sensata per dare un minimo di regolarità a un campionato che di regolare non ha nulla. E’ stato adottato un criterio iniquo, dove c’è scritto che una vittoria valga più di tre pareggi? Lo stesso, naturalmente, sarebbe stato se fosse toccato al Fano. Altrettanto ingiusto è il non giocare, anche se sarebbe stata dura almeno avremmo potuto parlare di merito sportivo. Lo spirito dello sport è mettere tutti sulla stessa linea ai nastri di partenza, poi a decidere è il campo. Sono molto amareggiato, spiace per i ragazzi che sono tornati a Rimini pronti a giocare, spiace per la città, perché si tratta di un’altra batosta che non merita e spiace naturalmente anche per me. Essere vittima di questa ingiustizia mi fa provare grande amarezza e tanta frustrazione. Ci siamo già attivati con l’avvocato Cesare Di Cintio, che è uno dei massimi esponenti in materia, per fare immediato ricorso al collegio di garanzia del Coni. Poi, nel caso non dovesse essere sufficiente, il Rimini ricorrerà al Tar”.