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Rimini FC, Giorgio Grassi: “Non ha senso continuare il campionato”

“Di fronte a questa tragedia immane non ha senso continuare il campionato”: così il presidente del Rimini FC Giorgio Grassi, affermando anche di non essere l’unico a pensarla così.

Nella lunga intervista pubblicata nel blog graffisulpallone.com, Grassi dichiara infatti: “Mi sto confrontando con alcuni colleghi, presidenti di società amiche. L’opinione più condivisa e diffusa è che, a fronte della tragedia immane che sta colpendo il mondo (con tutte le sue conseguenze materiali e morali) il campionato 2019-20 non abbia più alcun senso di continuare. In questo momento la sua cosiddetta regolarità è l’ultimo dei problemi”.

E ancora: “Dal 25 aprile 1945 non era mai accaduto un evento di tali proporzioni. Nemmeno per chi ricorda la stagione del terrorismo. Delle Brigate Rosse. Delle calamità naturali e l’impatto che tutto questo ha avuto sui territori, le popolazioni e la società tutta. Quello attuale è l’evento più inatteso e impattante degli ultimi 75 anni di storia. Se qualcuno non lo ha ancora compreso è probabile non viva sulla Terra, ma su un altro pianeta”.

“E’ un 8 settembre. Il momento del “tutti a casa”. Come quello rappresentato dall’indimenticabile film di Luigi Comencini con Alberto Sordi. Ora, grazie a Dio, le macerie sono diverse, ma le analogie ci sono tutte. Credo che tutti i ragazzi che giocano in Serie C stiano prendendo la strada di casa. Tutta l’Italia è ormai zona rossa ed è giusto si ricongiungano alle loro famiglie per condividere, con i propri cari, questi momenti difficili.

“Non scherziamo. Non si può più parlare seriamente di calcio giocato. Mi rifaccio a una mia intervista rilasciata lo scorso 5 marzo al Corriere di Romagna (mi spiace autocitarmi). Alla luce di tutto quello che le società hanno pagato negli anni scorsi e stanno pagando in quello attuale, avevo proposto “la cassa integrazione per tutti i calciatori e la sospensione di tutte le tasse e i contributi”.

E poi che succederà? “Ripartiremo certamente – risponde il presidente – il Covid-19 verrà debellato. Ma se non saremo in grado di debellare anche tutti quei virus che continuano a contagiare le nostre anime, dall’arroganza al narcisismo, dalla cecità sui fenomeni migratori all’individualismo più sfrenato, dal considerare tutto scontato e dovuto, passando per la folle corsa all’ultimo oggetto tecnologico, il virus più letale continuerà a rimanere dentro di noi”.

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