Non ci siamo più abituati…
Le ultime estati in biancorosso erano sempre un rincorrersi di situazioni e di emozioni indecifrabili.
Sempre sospesi tra il nulla e vani sogni di gloria, quelli che cominci a cullare quando devi farti piacere per forza il poco appetibile presente.
Non eravamo più abituati ad una estate come questa. Un’estate in cui si costruisce la squadra con i tempi giusti, senza polemiche quotidiane e senza emergenze in corso. compresa qualche spada di Damocle pronta a scatenare il patatrac.
Un anno fa, come fosse oggi, eravamo tutti in attesa di novità in merito alla cessione di una parte o dell’ intero pacchetto societario. Evento che avrebbe potuto portare all’iscrizione del Rimini alla terza serie nazionale.
Quella terza serie difesa coi denti sino a qualche settimana prima con sforzi enormi da parte di tutti, giocatori e staff in campo e tifosi fuori dal campo che, con una mano sul cuore e una sul portafoglio, permisero di concludere quella stagione con la salvezza.
Dalla salvezza sul campo si passò alla non iscrizione nel giro di due mesi scarsi ed è difficile non ricordare il pathos con cui la tifoseria seguì l’evolversi della ripartenza.
Poi la speranza della serie D che svanisce, per ritrovarci in Eccellenza ai primi di agosto.
Non c’è paragone. Quest’anno stiamo placidamente assistendo alla creazione della rosa che affronterà quel campionato di serie D.
Non abbiamo il fiato sospeso pensando all’iscrizione al campionato ormai prossima e, complice anche il gran caldo, rifiatiamo in attesa del 20 agosto, quando ricomincerà a rotolare ufficialmente il pallone.
Quel 20 agosto ripartirà la Coppa Italia mentre per il campionato bisognerà attendere sino a domenica 3 settembre.
Per i gironi e il calendario, conoscendo le lungaggini e i piccoli terremoti estivi in sede di iscrizione, occorrerà aspettare i primi di agosto.
Nel frattempo la campagna abbonamenti procede stancamente e la piazza, un po’ stranita, si gode questo periodo di tranquillità con l’auspicio che non sia la classica quiete prima della tempesta.
Non ha creato particolari sussulti nemmeno la notizia che il tanto agognato bando per l’ assegnazione dei bar allo stadio è andato deserto.
Ammetto di avere, coi miei limiti, studiato un po’ quel bando nella sua proverbiale lunghezza e complessità, rimanendo poco sorpreso dalla mancata partecipazione.
Non nascondo che mi sarebbe piaciuto veder partecipare il Rimini FC, per veder prendere corpo l’idea che lo stadio diventa realmente la casa del calcio cittadino.
Vista la presenza della pista di atletica, mi avvarrò di un paragone che ha a che fare con l’ atletica.
Mettiamo caso che si voglia diventare bravi nel salto in alto.
Noi, come atleti, mettiamo la volontà; poi aggiungiamo la disponibilità piena e aggiungiamo anche un po’ di mezzi, perché altrimenti non si fa niente.
Il nostro allenatore ci seleziona, in primis, attraverso un test; una sorta di bando che consiste nel saltare, anche così da non allenati, un livello dell’asta da lui stabilito.
Io credo che questo bando sia partito con la misura dell’asta troppo in alto per chi si appresta, pur dotato di volontà e disponibilità, a cominciare a saltare con suoi i soli suoi mezzi.
Ovviamente le mie sono impressioni personali. Così come è un’impressione personale il fatto che l’ sta verrà abbassata e si tenteraà di ripartire.
Nel frattempo si comincia a sentire un mese e mezzo senza una maglia a scacchi da seguire. Meno male che luglio sta arrivando e con lui arriveranno pian piano il ritiro, le prime sgambate e quella che per noi appassionati è la normalità.
Quelle di poter gridare, Forza Rimini!
Emanuele Pironi