Penultima giornata del girone di andata. Domani si torna a Correggio ed è un ritorno che riporta alla mente parecchi ricordi in merito all’ ultima gara disputata allo stadio Borelli.
Un sontuoso, ironico e strafottente tappeto rosso che portava a un mare di fango adibito, senza tribune, a settore ospiti, fece da preludio ad una pesante sconfitta che si portò code polemiche ed episodi dubbi anche nel dopo gara.
Ma la settimana appena trascorsa non è stata una settimana qualunque, tanti sono i fatti che hanno scosso l’ambiente biancorosso. E da lì credo sia meglio partire, per meglio definire lo stato generale con cui il Rimini si appresta a salire sul pullman per Correggio.
Il pareggio interno con l’Aquila Montevarchi miete, sportivamente parlando, una vittima eccellente.
Nella mattinata di lunedì viene comunicato l’esonero di Simone Muccioli; il comunicato è scarno e rimanda tutti i chiarimenti alla conferenza stampa convocata per il giorno successivo.
Anche il nome del nuovo allenatore verraà ufficializzato durante la conferenza stessa; “ufficializzato”, perché in realtà il nome di Luca Righetti prende corpo e circola praticamente da subito.
I tifosi e gli sportivi in generale si domandano cosa possa essere successo di così grave. Tanto da grado di portare, in una notte, all’esonero di un mister che guida una squadra seconda in classifica, a un solo punto di distacco dalla prima e con il miglior attacco del girone.
Esistono perplessità sulle prestazioni della squadra, in costante calo dopo la pesante sconfitta di Imola, mentre la fase difensiva risulta non essere all’altezza del rendimento visto da centrocampo in su. Ma l’esonero coglie praticamente tutti di sorpresa.
La conferenza stampa sancisce l’investitura di Luca Righetti a nuovo mister del Rimini, ma non svela, diplomaticamente per rispetto all’assente Muccioli, quali sono le ragioni concrete che hanno portato all’inaspettato cambio di allenatore.
La conferenza viene seguita con estremo interesse dai tifosi che, in diretta o in differita su internet, ascoltano passo passo tutto lo sviluppo degli interventi e i commenti, soprattutto su Facebook, non si fanno attendere.
Si legge di tutto, ognuno si improvvisa detentore di una verità e sentenzia, giudica, sottintende e suggerisce ipotesi più o meno fantasiose.
Nella seconda metà della settimana a Santarcangelo si concretizza il passaggio di proprietà in corso, arrivano i Croati. E romanzando a dovere, le voci che vorrebbero lo sbarco clementino come avamposto verso la conquista di Rimini. Le due tematiche, rivoluzione tecnica a Rimini e nuova proprietà a Santarcangelo, finiscono col sovrapporsi tra sfoghi vari di chi vede tutto già tracciato e delineato e chi, al contrario, non vede assolutamente nulla di nuovo all’ orizzonte se non le incognite che un cambio di panchina inesorabilmente si porta appresso.
Il fine settimana poi sembra tingersi nuovamente di azzurro, arrivano buone notizie dal mercato.
A fronte di una partenza, il terzino Micucci verso San Marino, arrivano in biancorosso due attaccanti.
L’under Tompte, che viene finalmente tesserato regolarmente dopo un’estate e un autunno di attesa. E un nuovo centravanti, Michael Traini.
Per Traini, figlio d’arte, in pratica un ritorno a casa; per la squadra, la possibilità di poter contare su un attaccante in doppia cifra di segnature nelle ultime due stagioni.
Settimana ricca di avvenimenti e colpi di scena che, sostanzialmente, mi porta a constatare come la società dell’immagine, dell’apparenza e della comunicazione in cui siamo immersi si porti appresso tutta una serie di contraddizioni da cui difficilmente riusciremo ad uscire.
Una frase, un sottinteso, una battuta o un accenno sarcastico possono diventare, debitamente estrapolate, un patibolo virtuale su cui immolare o farsi immolare in nome del vortice mediatico che si autoalimenta senza pietà.
Ci siamo dentro tutti, il ruolo che un tempo era solo degli addetti alla comunicazione oggi è di tutti coloro che decidono di partecipare. I social hanno creato una situazione nuova e, per certi versi, rivoluzionaria, in cui il parere di un direttore di rete o di una testata può essere messo in competizione diretta col post, arguto quanto fantasioso, di un utente social dotato di un buon eloquio e qualche conoscenza nel merito.
C’è del positivo in tutto questo, la libertà di espressione è al massimo storico, ma anche del negativo.
Il primo risvolto negativo sta nell’amplificazione esagerata cui certi temi vengono sottoposti.
Il secondo aspetto negativo, più sostanziale, sta nel non riuscire più a distinguere i fatti dalle parole.
Ho letto come il patron Grassi sia stato “bastonato” per una non risposta sull’esonero di Muccioli e su una battuta sarcastica male interpretata. Da tempo però non leggo in maniera esauriente e articolata un resoconto oggettivo dell’operato del patron, sui canali tradizionali e sui social in particolare.
Da tempo non leggo di un campionato importante, di una rosa competitiva e dei risultati sin qui ottenuti, per non parlare del gran lavoro che si sta facendo anche fuori dal rettangolo di gioco.
Da tempo non leggo inviti a partecipare rivolti a chi non fa parte della vecchia guardia e ancora non si avvicina a questa realtà e a questa squadra che sta disputando una stagione sicuramente non al di sotto delle aspettative.
Senza i grandi numeri e il grande seguito difficilmente i progetti collaterali al campo, quelli che vedono al centro lo stadio, i bar, il centro sportivo e il resto, prenderanno quota. Perché, aldilà delle frasi di circostanza, gli investimenti, privati, pubblici o in consorzio, si fanno tanto quanto più è ampia la platea di chi li reclama. E se non si cresce le prospettive calano, anzichè aumentare.
Mi piacerebbe anche ascoltare le voci dei rappresentanti dei vari settori giovanili che stanno partecipando al nuovo progetto. Non ho visto valorizzare la bellissima presenza dei ragazzi della Polisportiva Stella che erano in massa domenica scorsa allo stadio. Presenza inghiottita dall’oblio dalla la bufera post esonero di mister Muccioli.
Non sono contrario alla critica e all’esprimere opinioni. Resto convinto che coi toni e coi modi dovuti non c’è nulla che non possa essere detto. Ma una vera critica è tale quando è capace di suscitare il dubbio nell’interlocutore, quando instilla quell’autocritica che innesca il ragionamento.
Se espressa in maniera troppo diretta o con durezza eccessiva, si finisce, quasi sempre, nella polemica. E la polemica ingrossa il meccanismo di cui ho parlato sopra, ma senza aggiungere o togliere nulla di concreto ai vari contesti.
Intanto domani il Rimini di Righetti, dopo la sconfitta patita mercoledì scorso in coppa col Matelica, si recherà a Correggio per affrontare la compagine attualmente ultima in classifica.
Con 12 gol fatti e 26 reti subite, la Correggese non rappresenta più il degno competitor che si oppose al Rimini il 21 dicembre 2014, battendo i biancorossi per 4 reti a 2 facendo trascorrere all’ombra dell’arco d’Augusto un Natale un po’ meno sereno rispetto alle aspettative.
A ben guardare, 26 reti subite non sono nemmeno un’enormità; il Rimini ne ha subite 21, quindi parliamo di reparti che potrebbero definirsi quasi equivalenti nel valore.
A fare la differenza dovranno essere gli attacchi e gli uomini di mister Marra non sembrano, al netto dei movimenti di mercato operati negli ultimi giorni, in grado di sobbarcarsi l’onere della serie D.
De Marchi, con 3 reti all’attivo, Bovi e Presicce,con 2 gol, non sembrano in grado di emulare le gesta di Selvatico e Grandolfo, che affossarono con 4 reti un Rimini perdente nonostante la doppietta di Tedesco.
Quella gara si portava appresso un carico emozionale differente da quello attuale.
Il Rimini guidato da mister Cari , sulla carta stratosferico, era impegnato nel testa a testa con la Correggese e la trasferta fu molto partecipata dai tifosi biancorossi alloggiati in un settore ospiti fangoso e privo di tribune.
Il dopo gara fu caldo ed agitato, si arrivò quasi alle mani tra l’allora presidente del Rimini De Meis e alcuni dirigenti della Correggese.
Altri tempi. Domani ai ragazzi di Righetti si chiedono senza meno i 3 punti e una vittoria in grado di seppellire i brutti ricordi che quel campo e quell’ambiente ci fanno tornare in mente.
L’ambiente sarà molto differente, le prospettive diverse dei locali e la presenza di una tribuna per i supporter biancorossi credo porteranno al clima giusto, nonostante la situazione meteo prevista, per la disputa di questa gara.
Come sempre forza Rimini. Abbiamo avuto modo di vedere in questa settimana come non sia semplice tifare Rimini, ma è la nostra città, sono i nostri colori… Alè burdel!
Emanuele Pironi