La Guardia di Finanza di Ravenna, eseguendo un provvedimento del Gip di Rimini su richiesta del pm Luigi Sgambati, ha sequestrato beni immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per oltre un milione a due riminesi amministratori di una società ‘esterovestita’, formalmente con sede a San Marino, ma realmente operante Rimini e attiva nella produzione e commercializzazione di apparecchi per il filtraggio dell’acqua.
L’ipotesi è che la falsa residenza fiscale in un Paese con trattamento fiscale vantaggioso avesse lo scopo di sottrarsi agli adempimenti tributari. Le indagini, in collaborazione con le autorità sammarinesi, hanno appurato come l’effettivo luogo di amministrazione dell’impresa non si trovasse a San Marino: le scelte gestionali per la conduzione dell’azienda provenivano dall’Italia, dove risiedono i componenti della società, così come i fornitori e molti clienti.
E’ stata svolta una approfondita indagine di polizia economico-finanziaria condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Faenza, nel corso della quale sono stati acquisiti concreti elementi sintomatici della falsa residenza estera della società.
Nel corso delle attività ispettive, infatti, è stato appurato come l’effettivo luogo di amministrazione dell’impresa si trovasse in Italia e non a San Marino. In sintesi, tutte le scelte gestionali per la conduzione dell’azienda provenivano dal territorio nazionale, ove sono risultati risiedere anche tutti i componenti della società, così come sono risultati residenti nel territorio nazionale tutti i fornitori e la quasi totalità della clientela dell’azienda.
Ad ulteriore riscontro le Fiamme Gialle ravennati hanno anche attivato la procedura di collaborazione con le Autorità sammarinesi, le quali hanno confermato come l’impresa in questione non fosse operativa nella Repubblica del Titano, avendo addirittura la licenza sospesa. La sede dichiarata dalla società era stata infatti collocata all’interno di locali solo parzialmente arredati e palesemente inadatti allo svolgimento delle normali attività d’impresa.
I due, denunciati per omessa dichiarazione fiscale, avrebbero evaso imposte per oltre un milione in due anni. (Ansa)