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Rimini, ex colonia Enel tra vincoli inesistenti e nuove opportunità

Nei giorni scorsi un intervento sui social di Annamaria Barilari, consigliera comunale del Pd, albergatrice e membro del Comitato turistico di Marebello ha aperto una discussione sull’ ex colonia marina Enel. Discussione sacrosanta a condizione che si affrontino i problemi veri evitando di individuare facili soluzioni oppure individuare “nemici” con cui prendersela per il degrado che coinvolge buona parte delle ex colonie sul territorio costiero. Scrive la Barilari: “Basta, l’unica cosa da fare, ormai, è sperare che qualcuno la compri all’asta e che venga tolto il vincolo delle Belle arti, perché di belle arti, lì, non ci è rimasto proprio più niente”.

Ebbene il bersaglio della consigliera del Pd è semplicemente sbagliato. Non vi è nessun vincolo delle Sovrintendenza da togliere per la semplice ragione che l’ex colonia Enel non è vincolata. Altri sono i limiti per gli interventi sulle ex colonie e derivano dalla programmazione regionale poi ripresa dalla pianificazione comunale.

In particolare, il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) all’articolo 16 si occupa delle ex colonie marine che ricadono nel territorio costiero della Regione.

Il PTPR suddivide le ex colonie in due categorie:

  • Gli edifici delle colonie marine di interesse storico-testimoniale di complessivo pregio architettonico. Sono 18 ex colonie tra cui la Novarese, Bolognese, Forlivese (Marco Polo), Industriali (alberghiero Malatesta), Murri, Comasca-De Orchi e Soresinese per rimanere nel territorio di Rimini.
  • Gli edifici delle colonie marine di interesse storico-testimoniale di limitato pregio architettonico. Ricadono nel territorio di Rimini Villa Margherita, ENEL, Villaggio Ragazzi Bresciana.

La colonia Enel ricade in questa ultima categoria. Il PTPR prevede per queste ex colonie: “Il progetto deve individuare gli elementi architettonici di pregio che devono essere conservati, attraverso il loro restauro, in rapporto spaziale e volumetrico coerente con l’assetto originario dell’edificio”.

Sempre il PTPR prevede che “gli strumenti di pianificazione comunale precisano le modalità di intervento sugli edifici e le aree di pertinenza delle colonie marine di complessivo e di limitato pregio architettonico

Il Regolamento Urbano Edilizio (RUE) del Comune di Rimini definisce le caratteristiche degli interventi per le ex colonie come l’Enel all’articolo 49 comma 3.

Tutto ciò per dire che la Sovrintendenza alle “Belle Arti” non ha nessuna competenza ma tutto è nelle mani della Regione e del Comune.

Rendering del progetto approvato in Consiglio Comunale

La storia dell’ex colonia Enel è per altro interessante anche per altre ragioni. Il progetto di recupero fu approvato in consiglio comunale l’11 febbraio 2010 e solo la crisi economica e una procedura complessa di aree demaniali che interessano l’ex colonia ne ha impedito la realizzazione. Si trattava di un intervento che prevedeva la realizzazione di una struttura ricettiva di pregio (4 Stelle):  60 camere e 13 suite, 3 negozi per 263 metri quadrati complessivamente, un ristorante di 425 metri quadrati, una zona di 725 mq tutta riservata ai servizi, piscina coperta e centro benessere al piano terra e 61 posti auto

Ora invece di pensare a soluzioni impraticabili (demolizione) sarebbe auspicabile mettere nelle condizioni i nuovi proprietari (la colonia dovrebbe andare all’asta) di poter realizzare l’intervento utilizzando anche la norma sui cond’hotel mai recepita dal Comune di Rimini. Sarebbe un bel segnale per chi vuole investire sulle ex colonie.

Un ultima considerazione. Il PTPR è chiaro. Il progetto di recupero deve riguardare la colonia e la sua area di pertinenza. Pensare di utilizzare l’area libera demaniale della colonia per il Parco del Mare semplicemente non si può fare. Ci vuole un progetto unitario che parte dall’utilizzo dell’ex colonia.

Maurizio Melucci

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