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Rimini, +Europa: “La serie SanPa può essere lo strumento per riaprire il dibattito sulle droghe in Italia”

Sanpa di Netflix ha il merito di aver finalmente riaperto un dibattito pubblico sulle droghe. Parlare di tossicodipendenze – scrive in un comunicato +Europa di Rimini – è sempre stato difficile in Italia. Da cinquant’anni si oscilla fra logiche repressive e totale disinteresse.

Accendere i riflettori sulla storia controversa di Muccioli a Rimini non è facile, lo sappiamo bene.

“Narrazione”, “Bestie”, “il tour di Almirante” questi sono i commenti a caldo che abbiamo letto in queste ore da alcuni esponenti della politica locale. Forse, senza nemmeno aver visto la serie.

Non condividiamo – prosegue il comunicato di +Europa – il metodo paternalistico e coercitivo di quegli anni. Lo Stato di Diritto, per noi, non si sospende MAI, nemmeno per un “buon fine”. Pensiamo che le cinque puntate siano un servizio reso anche alla San Patrignano di oggi, al percorso che hanno compiuto agli errori, gravi, commessi. 

Riteniamo l’antiproibizionismo, come elemento di responsabilità e di controllo, come lotta alla criminalità che lucra, il metodo più efficace. Persino il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, afferma che “La liberalizzazione delle droghe leggere certamente toglierebbe alla criminalità organizzata una fetta di mercato”.

Oggi la gestione della Comunità dei Moratti si è professionalizzata e managerializzata ma i problemi derivanti dalle sostanze stupefacenti sono ancora lì. Sono cambiate le droghe ma siamo ancore fermi alla “JervolinoVassalli” del 1990. Una legge repressiva e sanzionatoria, ispirata anche da Muccioli, non ha impedito l’aumento della circolazione di sostanze stupefacenti e continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia e nelle carceri (circa il 30%). L’Italia stacca di più di 12 punti percentuali Spagna (19%) e Francia (18,3%), di quasi 20 punti la Germania (12,6%). 

Serve una profonda revisione – scrive ancora +Europa – della legislazione sulle droghe.

Negli anni vi sono state diverse occasioni di cambiamento, attraverso proposte di legge letteralmente seppellite in Parlamento. Ad esempio, sulla medicalizzazione per la riduzione dei danni correlati dalla tossicodipendenza o alla legalizzazione dei derivati della Cannabis. Presentati da Luigi Manconi e da Riccardo Magi. Non si è mai parlato con sufficiente convinzione di prevenzione, magari con proposte come il Drug Checking fuori dai locali.

La paura del confronto sulle droghe paralizza ancora la politica. Un tabù che in Italia concilia con l’immobilismo delle opposte fazioni. I buchi, le mancanze dello Stato non possono essere più nascosti dietro la figura imponente del fondatore di San Patrignano. Il tema del consumo delle sostanze – libero, terapeutico o problematico che sia – riguarda milioni di italiani. Interessa da vicino – conclude la nota di +Europa di Rimini – almeno una famiglia su due. Ma è un tema relegato ai margini. Noi vogliamo riportarlo al centro del dibattito con confronti e proposte”.

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