Quello approvato ieri sera dal Consiglio Comunale di Rimini, su proposta condivisa dei presidenti dei gruppi consiliari di Maggioranza, è un punto di partenza. L’incipit di un lavoro, ancora lungo e complesso, che ha come traguardo la costruzione della Rimini Terra Libera e Casa di tutte e tutti.
L’ordine del giorno sul quale abbiamo messo la nostra firma invita Sindaco e Giunta a dichiarare Rimini Città di Libertà per le persone LGBTIQ, con un intento e un significato allargati alla persona che va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione.
È il concetto più alto di solidarietà e di comunità, il progetto di una città che si realizza intorno alla libertà sostanziale. Il concetto di libertà sostanziale corrisponde a quello di “pieno sviluppo della persona umana” di cui all’articolo 3 della Costituzione italiana, e ci invita a misurare e contrastare le molteplici disuguaglianze e discriminazioni che si possono presentare come un suo limite, rammentandoci che – sempre secondo la Costituzione Italiana – è compito della Repubblica (e quindi anche nostro, in quanto di essa cittadini) impedire che il “pieno sviluppo” sia frustrato, rimuovendo quegli “ostacoli di ordine economico e sociale” che, di fatto, limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini.
La dichiarazione di Rimini come “Città di Libertà per le persone LGBTQI” trae i suoi riferimenti normativi dalla legislazione europea, dalla Costituzione Italiana, dalla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo. Ma non può passare in secondo piano la responsabilità civile, individuale e comunitaria, per la quale ognuno e ognuna di noi contribuisce a raggiungere quell’obiettivo della pari dignità e dell’uguaglianza che è il primo mattone di ciò che chiamiamo umanità.
Con questo ordine del giorno Rimini si definisce Città della Libertà.
È innegabile ed evidente che tra le discriminazioni che possono impedire a molte persone, concittadine e concittadini, turiste e turisti, che visitano e vivono la nostra città, il pieno sviluppo della propria personalità vi sia anche quell’insieme di stereotipi, pregiudizi, norme non scritte su cosa certe persone o gruppi di persone possono o non possono fare e perfino limitazioni e minacce fisiche e verbali, se non vere e proprie aggressioni, nei confronti delle persone appartenenti alla comunità LGBTIQ, che limitano la loro libertà e la loro capacità di essere pienamente incluse.
E’ un punto di partenza, questo ordine del giorno. E soprattutto l’avvio di un lavoro che per essere veramente al servizio del diritto alla comunità riminese ad essere libera nell’accezione più alta del termine ha bisogno di atti, progetti, interventi e non di sole parole. Per questo l’impegno che come Comune di Rimini abbiamo chiesto di assumere è quello di impegnarsi a favore di politiche pubbliche volte a tutelare i diritti delle persone LGBTIQ, da un lato, e a denunciare esplicitamente i meccanismi di discriminazione, dall’altro. È un impegno che Rimini, da oggi, prende con sé stessa e con la comunità a riconoscersi nel valore della dignità, dell’umanità, della libertà.