Un breve tour di Rimini in carrozzina per rendersi conto di cosa prova un portatore di handicap quando incontra buche e marciapiedi dissestati: da qui l’invito a mettersi in gioco. “Disabile per un’ora: i candidati Sindaco passino una oretta con noi” è l’appello di Palmiro D’Addario e Giovanni Cancellieri, persone con disabilità, in corsa per il consiglio comunale di Rimini ai candidati sindaco.
«Sarà innanzitutto una bella esperienza di carattere umano e sociale – commentano – chi avrà la responsabilità di governare la città nei prossimi anni deve poter rendersi conto che per chi è in carrozzina qualsiasi buca diventa fonte di fastidio e di difficoltà».
Un gradino, un rialzo anche di pochi centimetri. Una rampa per carrozzine che finisce su un posteggio. Una fioriera o un palo nel bel mezzo del marciapiede, un dissuasore mobile non segnalato. Un percorso sconnesso, con buche e mattonelle rotte, saliscendi senza apparente senso. Sono ostacoli quotidiani che per i disabili diventano muri insormontabili, per superare i quali si necessita l’aiuto di qualcuno, minando così la propria indipendenza e possibilità di affrontare, come qualsiasi altro cittadino, il mondo che ci circonda, sia esso anche banalmente il paese in cui si vive.
“Il buon senso a volte non è sufficiente per dare risposte concrete alle esigenze e aspettative dei cittadini con disabilità; per questo è bene mettersi nei loro panni. Affrontare la realtà come sono costretti a farlo loro”, fanno notare i due candidati.
E’ questo il senso di un’iniziativa che si svolge il 30 settembre prossimo nel pomeriggio (dalle 16) a Viserbella davanti alla casa di cura Villa Salus. Un’esperienza, quella di essere “Disabile per un’ora” che permetterà di comprendere meglio e davvero dove occorre intervenire per rendere la propria città a misura di tutti.
«È un’esperienza che non si capisce, se non la si vive in prima persona – ribadisce D’Addario – quella della sedia a rotelle è una prospettiva che permette di capire dove bisogna intervenire sia con opere strutturali, sia con adeguata segnalazione. Sono una persona disabile. Un disabile che insieme a tutti gli altri sinceramente non ne può più di marciapiedi sconnessi, di rampe con una pendenza maggiore di 50% (che servirebbe il brevetto da scalatore per affrontarle) e di grandi, piccoli gradini presenti dovunque».