E’ deceduto domenica Benito Rosa, che secondo gli inquirenti era il gestore dell’ospizio lager nella casa-famiglia per anziani “Villa Franca”, a Rimini nei pressi di via della Fiera.
Figurava anche come ospite della casa famiglia ma in realtà era l’organizzatore e non perdeva occasione per maltrattare gli anziani. Botte sulla testa, tirate d’orecchie, fatte strisciare per terra per arrivare ad una poltrona, bicchieri d’acqua tirati in faccia. Questo e molto altro nei verbali degli inquirenti.
Il blitz delle forze dell’ordine era scattato il 7 dicembre scorso, “quadro agghiacciante e ricco di dettagli raccapriccianti”: così i Carabinieri del comando provinciale di Rimini nel descrivere quanto hanno trovato nella casa-famiglia per anziani “Villa Franca”. Le indagini hanno documentato almeno 150 episodi in un solo mese, con tanto di video e intercettazioni, ma se ne sarebbero verificati molti altri. Ora le donne stanno bene stanno bene e sono già state trasferite. E non a caso l’operazione dei Carabinieri e della Procura di Rimini è stata battezzata “Speranza”, con l’obiettivo di garantire una vecchiaia serena a tutti le ultra ottantenni ospiti della struttura.
La figura chiave della vicenda era Benito Rosa, un 78enne originario di Chieti e già noto alle forze dell’ordine, che, pur in condizioni di salute precarie, era di fatto il responsabile. Era lui, che figurava come ospite della struttura, ad intrattenere i rapporti con il presidente della cooperativa che gestiva il centro. Ed era lui che divideva i pasti degli ospiti per fornire meno cibo e farlo bastare ad altre persone. E quando la scorsa estate un’ospite 87enne era morta per cause naturali, lo si sente nelle registrazioni dispiacersi non tanto per il decesso della donna, ma per la perdita della retta.
Oltre a Rosa anche tre operatrici socio-sanitarie erano finite agli arresti domiciliari.
