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Rimini, Confagricoltura: “Vinta la prima battaglia per gli agricoltori che hanno investito sulle rinnovabili”

Sono diversi i ricorsi presentati dagli agricoltori del territorio che avevano investito nelle energie rinnovabili – seguiti da Confagricoltura – dopo l’entrata in vigore della cosiddetta norma sugli extraprofitti. Le imprese si sono opposte alla delibera n. 266/2022 dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) che introduce i limiti ai ricavi per gli impianti alimentati con fonti rinnovabili: un provvedimento contestato proprio perché equipara l’impresa agricola ai grandi player dell’energia. Ora la sentenza della prima sezione del Tar Lombardia accoglie i ricorsi determinando così l’annullamento degli atti impugnati.

La nostra associazione è stata tra le prime a presentare ricorso – ricordano Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini e il vice Alberto Mazzoni, che è anche vicepresidente nazionale della FNP Bioeconomia di Confagricoltura – Ora rimaniamo in attesa di leggere le motivazioni della sentenza per capire l’intendimento dei giudici amministrativi. Da parte nostra abbiamo denunciato un meccanismo ingiusto, secondo il quale i titolari degli impianti sarebbero tenuti a versare (o ricevere) la differenza tra il prezzo di vendita dell’energia e un prezzo di riferimento fissato per legge“.

Questo meccanismo di compensazione, ha una ricaduta importante anche a Forlì-Cesena e riguarda gli impianti di generazione da fonte rinnovabile. Non tiene conto dell’attuale costo dell’energia e del mutato scenario produttivo delle aziende, impone un prezzo determinato dalla media dei valori tra il 2010 e il 2020. L’eccedenza deve essere restituita per intero, creando una evidente disparità con i produttori di energia anche da fonti tradizionali che vengono tassati con una aliquota del 25% su quanto genericamente, nel loro caso, definito extraprofitto.

Confagricoltura rivendica il ruolo del settore primario nel percorso che punta all’autosufficienza energetica, nella transizione e ribadisce come questi impianti siano solamente una diversificazione dell’attività agricola. “Le aziende sono state chiamate a restituire svariate migliaia di euro – evidenziano i due dirigenti – il provvedimento rischia di vanificare gli sforzi degli agricoltori. Questa tassazione la riteniamo discriminante, irragionevole e sproporzionata. Siamo invece convinti che la politica energetica debba introdurre un quadro normativo chiaro, coerente e sostenibile perché foto e agrovoltaico possano svilupparsi nelle aree idonee, sfruttando tutte le coperture utilizzabili degli edifici esistenti e individuando anche le porzioni di aree agricole, come quelle degradate rappresentate dalle cave o altre zone poco produttive. L’agricoltore può anche essere un produttore di energia, ma non deve essere solo vessato: un quadro regolatorio chiaro e comprensibile unito allo snellimento della burocrazia, potrà permettere alle imprese agricole di partecipare attivamente alla transizione energetica – concludono Carli e Mazzoni – investendo il proprio capitale, diversificando la propria attività, dando un contributo sostenibile alla transizione energetica“.

Confagricoltura sostiene con convinzione lo sviluppo delle energie rinnovabili attraverso la sostenibilità ambientale e l’economia circolare, in modo che si possano traguardare gli obiettivi del Paese, incrementando la competitività delle aziende agricole.

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