“Il Comitato Spontaneo NO Antenna Ina-Casa esprime la sua più totale incredulità di fronte a certi titoli comparsi su varie testate giornalistiche il 19 agosto scorso, in merito al conferimento di mandato, da parte del Comune di Rimini, alla società POLAB di svolgere “il servizio per la redazione del Piano per gli impianti della telefonia mobile e l’aggiornamento del regolamento comunale”.
Un titolo altisonante e fuorviante – scrive in una nota il Comitato – che dice qualcosa di ben diverso da quanto specificato in seguito:
“La consulenza tecnica specialistica oltre a fornire il supporto per la stesura del nuovo Regolamento, consentirà di effettuare una modellazione territoriale dell’analisi CEM per poter verificare le scelte di localizzazione dei nuovi siti”.
Di fatto la redazione del nuovo Regolamento Comunale resta ancora in fase di consulenza, lontana dal concretizzarsi.
Il Comune, nonostante le richieste fatte a gran voce da numerosi Comitati cittadini nel corso di questi due ultimi anni, non ha mai lavorato concretamente – prosegue la nota – su questa tematica, lasciando un vuoto normativo grazie al quale le compagnie telefoniche hanno stretto accordi economici con privati cittadini a scapito di una collettività che si è vista prevaricare in nome del “rispetto delle regole vigenti”.
Il contratto a POLAB, per ammissione della stessa Assessora Montini, ha validità di un anno (eventualmente rinnovabile) ed al momento verte sul rilevare i dati delle emissioni degli impianti attualmente installati. Non c’è ancora nessun risultato, nessuna proposta effettiva di un nuovo regolamento, cosa che invece ci è stata promessa per oltre un anno.
Lo sgomento poi – continua la nota del Comitato Ina casa – lascia spazio alla rabbia, quando si realizza che questa ultima mossa mediatica (perché di concreto, onestamente c’è poca sostanza) arriva a chiudere un percorso di ritardi, di incontri saltati, di risposte non date, di promesse non mantenute proprio nel momento in cui la Giunta comunale entra in sospensione pre-elettorale. A voler pensar male, sembrerebbe un brutto scherzo…
Per chi ha sempre creduto nelle Istituzioni, nel confronto, nel rispetto delle regole, questa partita che si conclude con un avversario che pur ritirandosi dal confronto, sventola vittoria…appare come la beffa che si somma al danno.
In mezzo a questo mare di disappunto restano tanti punti interrogativi. In particolare, per la situazione che riguarda l’INA CASA: è stato veramente trovato un sito alternativo a Via Argelli? se sì, dove? che impatto avrà sulla comunità dove sarà installato? che destino avrà il sito attualmente predisposto di Via Argelli? verrà ripristinato o resterà pronto per future antenne? e in caso di ripristino, chi si accollerà le spese di smantellamento della base di cemento armato (Comune o ILIAD?)?
Tante questioni lasciate sul tavolo che i politici uscenti si stanno affrettando a lasciare ai nuovi entranti. Proprio una bella eredità per i loro successori, che però potrebbero non esserne né ignari, né scevri da responsabilità: i candidati Lisi e Sadegholvaad, seppure in modo diverso, sono entrambi figli di due legislature Gnassi. Portano dunque entrambi parte delle responsabilità di questa situazione come Amministratori Pubblici uscenti. Starà a loro convincerci di quanto e come vorranno distaccarsi dal passato.
Ma starà anche a molti altri…: cosa hanno da dire tutti gli altri candidati sindaco su questa problematica, così a lungo trascurata?
Tanti cittadini – conclude la nots del Comitato Una casa – che pur non militando in nessuna forma di protesta organizzata sono fortemente delusi da questa incompetenza e mancanza di impegno fattivo dimostrati, potranno utilizzare lo strumento delle prossime elezioni comunali per far sentire la propria voce.
Perché le periferie (ammesso e non concesso che il quartiere Ina-Casa possa essere considerato periferia) non vanno valorizzate solo in campagna elettorale, ma col lavoro di tutti i giorni”.