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Rimini. Casa S.Anna chiude per mancanza di risorse finanziarie

La Casa S.Anna chiude. E’ una struttura nata nel 1990, con il sostegno della Chiesa riminese. Nel tempo, ha accolto centinaia di donne e bambini di diverse nazionalità, divenendo un punto di riferimento sul territorio per l’accoglienza e l’affronto delle problematiche legate alla genitorialità e all’educazione.

La chiusura è stata comunicata dal consiglio di amministrazione.

“Con immensa tristezza dobbiamo dare la notizia che l’esperienza di Casa S.Anna si sta per concludere. 

Nel corso di questo ultimo periodo, che si protrae da oltre un anno, i costi necessari di gestione mensile  hanno sempre superato sensibilmente le entrate.

Dopo vani tentativi di soluzione, abbiamo ritenuto doveroso prendere atto di una condizione giudicata di carattere permanente e insostenibile e, prima che le perdite determinassero una situazione debitoria irrisolvibile, abbiamo proposto responsabilmente di cessare le attività della Casa.

Venerdì 29 maggio, l’assemblea straordinaria dei soci, alla luce di tale perdurante situazione di grave crisi economica, ha deliberato la messa in liquidazione della cooperativa.

Nel corso degli anni a fronte di una crescente complessità di gestione con conseguente aumento dei costi, non è corrisposta una parallela crescita delle risorse economiche disponibili, anzi, per molti versi, le stesse sono progressivamente diminuite. Non certamente per il venir meno di una generosità diffusa che ha sempre svolto un importante ruolo complementare di sostegno, quanto piuttosto per l’insufficienza delle entrate essenziali che l’ente pubblico riconosce al nostro servizio. I periodi di permanenza via via più brevi, la limitazione degli accessi da realtà diverse da quella riminese, il mantenimento negli anni di un livello economico di rette non proporzionato ai costi di gestione, sono alcuni dei fattori che hanno progressivamente fatto mancare il sostegno economico ad una realtà come la nostra, che deve condursi attraverso una presenza quotidiana continuativa di figure professionali qualificate.

Né le mirate campagne di fundraising, né la promozione della Casa presso Servizi Sociali di altri territori, né i continui contatti con opere sociali amiche, sono stati sufficienti a modificare sostanzialmente la situazione.

È impossibile racchiudere in poche frasi la ricchezza di trent’anni di attività.

L’unica parola adeguata, apparentemente contraddittoria rispetto alla circostanza attuale, è: Grazie!

Grazie innanzitutto alle “nostre” mamme e ai “nostri” bambini che, per tanti di noi, sono divenuti nuovi amici veri per la vita, quasi nuovi familiari acquisiti. Grazie di cuore alle tante persone che nella Casa hanno lavorato, dove è sempre risultato evidente che non era in ballo una questione di puro mestiere, ma realmente si trattava di condividere una “vocazione”. Grazie alle tante persone dei Servizi e alle assistenti sociali, che in questi anni hanno portato con noi situazioni che, più che casi da risolvere, sono sempre state mamme e figli, con un nome e un volto preciso, persone da amare. 

E grazie al nostro Vescovo che, come i suoi predecessori, ci ha ospitato e paternamente accompagnato.

Grazie infine a tutti voi, a tutti coloro che in mille modi hanno generosamente condiviso l’impeto con il quale la Casa è nata, a tutti i volontari e ai tantissimi simpatizzanti che con noi hanno sperimentato quanto infinitamente più grandi siano i doni ricevuti rispetto a quel poco o tanto che ciascuno ha potuto dare.

Questo sentimento, che più che un sentimento è un giudizio, rimane.

La cooperativa purtroppo chiude, ma la verità e la bellezza che il buon Dio ci ha dato di vivere in questa esperienza restano, e sono per sempre.”

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