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Rimini, Casa Madiba: razzismo in pizzeria. Domenica presidio pubblico a”La Tana” per Fatou e Adji

Domenica 16 Agosto presso il ristorante-pizzeria La Tana Marina di Viserbella, frazione del lungomare riminese, è accaduto uno dei tanti episodi razzisti e xenofobi e di sdoganamento del fascismo che si verificano quotidianamente in Italia”, dichiara in un comunicato Casa Madiba.

Con la denuncia presentata dalle famiglie interessate e la diffusione della notizia in rete sono arrivate anche le prime dichiarazioni dei gestori dell’attività economica, che parlano di bottiglie con le effigi fasciste e non di un quadro appeso. Il quadro appeso c’era e ci sono pure le prove. Ma non è questo il punto. 

Alla società tutta, alle istituzioni locali, alle persone non dovrebbe interessare se la faccia di Mussolini era nella bottiglia o in un quadretto appeso. Chissenefrega dove fosse, il punto è che non è accettabile nessun dipinto, busto, stampa di Mussolini né tanto meno i saluti romani in nessun luogo e soprattutto in un locale pubblico. 

Oltre a ciò sono del tutto inaccettabili – prosegue il comunicato di Casa Madiba Network -, anzi definiremmo vergognose le giustificazioni della Pizzeria costruite sul “non siamo razzisti, nel nostro ristorante possono entrare anche i cani e abbiamo il menù tradotto in arabo”. 

Nel 2018 è ricorso l’80.esimo anniversario dall’emanazione delle leggi razziali in Italia (1938). Partendo proprio dalle leggi razziali del ’38, e passando dalle numerose aggressioni e fatti di sangue accaduti in Italia in questi anni contro persone nere – da Casseri a Firenze, a Macerata con Traini, all’uccisione di Soumaila Sacko nella Piana di Gioia Tauro, all’escalation di aggressioni nei confronti dei braccianti neri sfruttati nelle campagne, agli episodi di razzismo e xenofobia che quotidianamente avvengono intorno a noi dentro gli uffici pubblici, nelle aule di Tribunale, negli uffici immigrazione delle questure italiane e dei quali spesso abbiamo il privilegio di poterci non accorgere solo perché abbiamo la pelle bianca – di fronte a questi gravissimi fatti crediamo sia importante porci degli interrogativi e delle domande. 

Abbiamo fatto davvero i conti con la storia di questo paese, con il suo passato colonialista? Con la dittatura fascista e quello che ha portato anche dopo con la ricostruzione e il mantenimento degli apparati di controllo dello Stato? Quali sono stati i cambiamenti reali in questo Paese? E soprattutto siamo così convinti/e, a partire da come sono viste le persone nere in questo Paese, che non esistano più le leggi razziali? 

Più recentemente abbiamo visto tantissime piazze animarsi, in tempi record e coinvolgendo una quantità di persone significativa, per esprimere dolore e sdegno per l’assassinio di un uomo nero, morto violentemente, dall’altra parte dell’oceano, in quegli Stati Uniti d’America contro i quali spesso chi vive in Europa punta il dito per i fatti di razzismo. George Floyd non è però il primo nero ucciso in America dalla polizia né da persone native, così come l’Europa non può ritenersi al sicuro ed immacolata rispetto al tema del razzismo e le politiche di gestione delle frontiere esterne e interne e dei flussi migratori sono lì a ricordarcelo. Eppure il razzismo – recita a ancora la nota di Casa Madiba – è ancora vissuto come un tabù, tanto che la pulsione e il trasporto che ha promosso le piazze BLM in Italia non si è poi organizzato in mobilitazioni per chiedere una Sanatoria vera, per tutte e tutti, che fosse in grado di strappare dall’invisibilità centinaia di migliaia di persone immigrate e nere, considerandole per una volta, esseri umani e non braccia da sfruttare. 

Perché mentre quelle piazze si riempivano di indignazione per la violenza della polizia bianca contro i neri in America, Mohammed Ben Ali bracciante di 37 anni moriva bruciato vivo nelle baracche di Borgo Mezzanone in Puglia come già era accaduto a Samara Saho, Bakary Secka, Ivan Miecoganuchev e una donna di cui non conosciamo nemmeno il nome, nel silenzio e nell’invisibilità totale? Queste persone sono morte a causa del razzismo istituzionale e sociale che attraversa e soffoca il nostro paese.

Finché tratteremo il razzismo come un tabù episodi come quello del 16 agosto a Viserbella di Rimini continueranno ad avvenire. 

Per questo dobbiamo essere grati/e al coraggio e determinazione espressi da Fatou e Adji, con le quali siamo in stretto contatto e che hanno espresso una forte volontà di sostenere una mobilitazione pubblica e profondo appoggio a quest’ultima, una forza che intreccia e si moltiplica a partire dai nessi e dalle correlazioni di genere (donne), di razza (nere), di cittadinanza (cittadine italiane, seconde generazioni/figlie delle migrazioni) che vivono le protagoniste di questo gravissimo fatto.

Fatou e Adji e le loro famiglie ora non possono essere lasciati sole/i! Vanno sostenute anche economicamente con i fondi per le spese legali intanto. 

Ecco perché abbiamo deciso di sostenere e costruire un presidio pubblico e collettivo insieme alle altre realtà territoriali per Domenica 23 agosto dalle ore 19 a Viserbella in viale Porto Palos.

Perché fatti gravissimi come questo non accadano mai più dobbiamo iniziare anche a rompere un pensiero ancora molto diffuso nel nostro Paese, quello per cui “il razzismo in Italia non c’è, si è forse ignoranti ma non si è razzisti. In Italia la razza non c’è”. Un approccio questo molto pericoloso perché in realtà i colori esistono, e il pensiero e l’azione razzista e xenofoba non nascono tanto dalla rappresentazione del colore di per sé ma dal grado di potere e di privilegio che viene attribuito a un certo colore. 

Per questo è fondamentale – conclude il comunicato – riconoscere questi privilegi, che sono parte integrante del problema, per abbatterli e costruire insieme società meticce, antirazziste, solidali. 

Black Lives Matter, always and everywhere!

Le vite nere contano, sempre e ovunque!”.

 

DOMENICA 23 AGOSTO DALLE 19

PRESIDIO c/o ristorante-pizzeria La Tana Marina, viale Porto Palos, Viserbella. 

 

COSA PORTARE: 

Porta con te la mascherina!

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