Caro sindaco@comune.rimini.it, facciamo un gioco.
“Facciamo che tu eri” un cittadino riminese disabile che abita lontano dal centro storico e che – almeno per una serata – ti proponi di provare a condurre un’esistenza normale.
Allora inviti gli amici romani che in questi giorni sono in visita nella tua città a fare un giro in centro e con loro ti dai appuntamento al “bar della Pigna”.
Cominciano i guai: nonostante tu abbia un tagliando per disabili, il parcheggio libero più vicino è al largo Bertuzzi, cioè a più di 500 metri dal luogo dell’appuntamento. E già questo non è una bella accoglienza per chi si sposta con difficoltà.
Poi cerchi di raggiungere via Valturio ma ti accorgi che nella breve via Bertuzzi è praticamente impossibile proseguire sul marciapiedi con una carrozzina, a causa dei cespugli ornamentali che occupano metà dello spazio disponibile (molto seccante!). Capisci che dovresti scendere dal marciapiedi ed utilizzare la carreggiata ma per prudenza scegli di rinunciare alla gelateria preferita e di arrivare in centro attraverso il parcheggio Valturio/Scarpetti. Un tragitto meno suggestivo ma più sicuro.
Ci risparmiamo la descrizione dettagliata dei tanti disagi che incontri sul tragitto “sicuro” fino all’appuntamento: alcune barriere architettoniche non bloccanti a cui sei già abituato (perché ne hai alcune anche sotto casa), l’inciviltà di taluni automobilisti che parcheggiano davanti agli scivoli, il menefreghismo di quelli che non ti danno la precedenza sulle strisce pedonali (una iattura cittadina – insieme al mancato uso dei segnalatori di direzione), al selciato con ciottoli giganti che rende accidentata la seduta sulla carrozzina.
Vuoi portare i tuoi amici a vedere il ponte di Tiberio; percorri il corso d’Augusto e – per far loro godere il colpo d’occhio a pelo dell’acqua – gli proponi di attraversare il portocanale sul camminamento galleggiante ma… ti accorgi che non potrai accompagnarli perché la discesa verso l’alzaia non è percorribile in carrozzina! Sotto lo sguardo imbarazzato dei due malcapitati vigili urbani di presidio al ponte di Tiberio, ti accingi a percorrere tutto il periplo per accogliere i tuoi amici normodotati quando saranno sul lato del borgo San Giuliano.
A questo punto, come ti saresti sentito se mentre cerchi di mostrare con orgoglio la tua città agli amici romani dovessi ammettere a te e a loro che proprio la tua città non ti consente di accompagnarli?
Questa riflessione si aggiunge agli impedimenti per i quali – ad esempio – non è più agevole andare a teatro a Rimini: paradossalmente, per un disabile era molto più facile seguire il cartellone stagionale al vecchio teatro Novelli di quanto non accada al Galli (che pure è un orgoglio cittadino!) a cui le auto con tagliando per disabili neanche si possono avvicinare nelle serate invernali piovose o fredde. Ecco che due abbonamenti a tre turni – dopo più di venti anni di fedeltà – non potranno essere rinnovati proprio a causa di una disabilità.
Insomma, per farla breve, abbiamo un centro cittadino e un lungomare che le ultime due amministrazioni comunali hanno rivoluzionato rendendo Rimini una città ancora più attraente per i turisti. Ma mi chiedo: è ancora una città che accoglie i disabili oppure sta inconsciamente escludendo le persone non normodotate dal suo centro?
Cordiali saluti, Agostino Ascione