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Rimini: cambio di guardia alla guida del Lion

Nella prestigiosa cornice del Teatro “Amintore Galli” (Sala Ressi), si è svolta giovedì sera la cerimonia del passaggio di poteri tra il Presidente uscente del Lions Club Rimini Riccione Host Cesare Frisoni ed il nuovo Presidente Antonio Carasso.

Si è trattato – ha detto Cesare Frisoni – di un anno intenso, pieno di impegni e soddisfazioni, che ha consentito di realizzare meeting interessanti con relatori di prestigio e di conseguire significativi obiettivi in termini di service (quindi di interventi di sostegno per progetti di solidarietà sul territorio, di affiancamento ad iniziative dell’amministrazione comunale e per la realizzazione di obiettivi lions multidistrettuali). Nell’anno appena chiuso il nostro Club ha erogato oltre 23.500 euro di service, divisi tra ambito sociale, istituzionale e multidistrettuale. L’impegno di questa associazione di volontariato – che è la più vasta a livello mondiale – è di migliorare il mondo con interventi laddove c’è un bisogno, contribuendo alla costruzione di una società più giusta. I Lions vanno assumendo in tal modo sempre più marcatamente una funzione sociale e civile di sussidiarietà, ponendosi come intermediari tra cittadini e istituzioni. In particolare merita qualche parola il service più rilevate, e di conseguenza economicamente più significativo di questa annata: la donazione al Reparto Oculistica dell’Ospedale Infermi di Rimini di un’apparecchiatura avanzata per la cura della dislessia: si tratta dell’intero Sistema Tetra, piattaforma diagnostico-riabilitativa e di un Ottotipo Pola Realvision per analisi ottica/optometrica. Due preziosi macchinari che arricchiscono ulteriormente le dotazioni di un centro oculistico di avanguardia per la Romagna e le Alte Marche”.

Si è chiuso un anno lionistico e se ne avvia un altro nel solco della grandi aspirazioni ideali in cui i Lions di tutto il mondo si riconoscono.

Il nuovo presidente, Antonio Carasso, annuncia un anno ricco di novità. “Un grazie a tutti, ma soprattutto e Cesare (Frisoni, ndr) e alla sua signora, che hanno organizzato questa splendida serata in una location veramente unica. Un grazie non posso non farlo di cuore ad Alessia Valducci, che qualche anno fa mi ha chiesto di entrare a far parte di quella che io provo a chiamare stasera “una grande famiglia”, e al suo papà, che è stato un grande socio Lions. Grazie per questa opportunità! Grazie a tutti i soci, che mi hanno dato fiducia e questa responsabilità, che assumo con grandissimo entusiasmo. Il Club dimostra di avere una grande compattezza, una grande condivisione d’intenti e una grande unità perché ha già delineato, oltre alla mia figura di presidente, i prossimi tre presidenti. Questo percorso di presidenti già condivisi ci dà una grandissima opportunità: ci permetterà di affrontare quelle che sono le problematiche del quotidiano, ma anche e soprattutto i grandi cambiamenti che probabilmente necessiteranno di più di un anno in maniera importante, decisa e convinta. Il Governatore prima ha detto: “il nostro simbolo è un leone che guarda indietro, che fa tesoro del passato per guardare al futuro con gli obiettivi e con la voglia di cambiare”. Questo comitato direttivo oltre al quotidiano guarderà a obiettivi lontani, come quello di valutare seriamente il cambio del nostro nome e di valutare anche se il nostro sistema di quote associative e di adesione e partecipazione al club sia ancora al passo con i tempi. E voglio darmi, insieme al direttivo, anche un obiettivo ambizioso, ma per quello che è il nostro club meritevole: lavorare con un presidio forte del distretto per fare in modo di riuscire a portare nel giro di due, tre, magari quattro anni, qui a Rimini il congresso nazionale dei Lions. Abbiamo in serbo molti cambiamenti, molte idee, abbiamo voglia di cambiare qualcosa per fare meglio. Certo non possiamo e non vogliamo fare a meno dei nostri punti fermi, ma non possiamo non guardare al futuro con la voglia di cambiare. Tutto questo in un grande clima di condivisione sia nel direttivo che con la nostra compagine sociale. Io mi sento veramente un gabbiano e vorrei che tutti noi da stasera ci sentissimo un po’ più gabbiani”.

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