Cerca
Home > Primo piano > Rimini, Brasini: “Imprese chiuse durante Lockdown non pagano Tari e Cosap”

Rimini, Brasini: “Imprese chiuse durante Lockdown non pagano Tari e Cosap”

“I tributi Tari e Cosap non dovranno essere pagati dalle imprese che, come da DPCM, sono state chiuse durante il lockdown”, lo annuncia l’assessore al bilancio del Comune di Rimini, Gianluca Brasini in sede di conferenza stampa.

“È uno sforzo enorme per il Comune, un salto del cuore oltre l’ostacolo, ma che riteniamo giusto compiere”, aggiunge.

L’economia nazionale, in seguito all’emergenza del Coronavirus, ha subito tutta un duro colpo, ma ogni Comune è a sé e la vocazione di quello riminese è sempre stata volta al turismo, alla stagionalità, e per questo avrà ripercussioni enormi: “si tratta di un settore che comporta 4 miliardi e 600 milioni di euro ed è quindi il volano del nostro territorio”, sottolinea Brasini. Rimini è un territorio a sé, soprattutto se si pensa che è primo per posti letto (ne conta 169 per chilometro quadrato), mentre Roma che è seconda ne ha 27.

I Comuni in questo momento sono al pari delle imprese, perché anch’essi devono sostenere costi fissi e questo vale anche per la Tari: “la richiesta va quindi al Governo che non chieda, come risulta al momento, la stessa cifra sostenuta per il 2019 e che si aggira intorno ai 42 milioni, perché il 2020 ha una situazione totalmente diversa”.

L’amministrazione comunale, in constante dialogo con Regione e Governo, si impegnerà per avere questo “sconto”, “in ogni caso presto, si stima entro giugno, il Consiglio riminese si riunirà per rendere effettiva e trasformare in un atto la sospensione dei pagamenti di Tari e Cosap per le imprese rimaste chiuse (identificate dal decreto con specifici codici ATECO) per un periodo che mediamente calcoliamo duri tre mesi. Se dovesse durare di più saremmo ovviamente in difficoltà”.

La perdita stimata nei conti del Comune di Rimini si aggira intorno ai 50 milioni e questa operazione ne varrebbe 6 o 7. La Tari conta 88.000 utenze che non sono classificate secondo codice Ateco ed è uno sforzo ulteriore andare a riconoscerle nel contesto riminese.

“Come dicevo per la Tari (che risponde alla politica del “chi inquina, paga”) – continua Brasini – il Comune ha costi fissi, che speriamo di riuscire a ridurre, mentre per la Cosap non è così e, dato che molti esercizi avranno bisogno di occupare più suolo pubblico, per adempiere alle normative che possano garantire il giusto distanziamento, stiamo studiando soluzioni per azzerare anche i costi delle superfici marginali che andranno a occupare: questo ricade nell’idea lanciata di Rimini Open Space”.

Per gli alberghi stagionali ci sono già formule agevolate e si cercherà di capire come comportarsi in caso non riescano ad aprire per niente.

“La nostra è una scommessa sul futuro e ci auguriamo che le imprese possano a poco a poco ripartire, così come il Comune”, conclude l’assessore Brasini.

Ultimi Articoli

Scroll Up