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Rimini, Bonaccini plaude a Di Maio: “Bene l’autonomia regionale nei 10 punti del M5S”

Salvini aveva detto che se fosse andato al governo avrebbe concesso l’autonomia in 15 giorni. Non è successo, la mancata autonomia è una sconfitta per l’oramai ex ministro dell’interno”. A parlare è il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intervenuto oggi al Meeting di Rimini in occasione di uno degli incontri più attesi della kermesse, assieme al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, al governatore del Friuli – Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, in entrambi leghisti, il governatore della Liguria Giovanni Toti e quello della Sicilia Antonello Musumeci. Oggi a Rimini si è parlato di autonomia differenziata, tema di attualità politica in Regione e nel Belpaese. Una questione cara ai tre presidenti di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ragioni a statuto ordinario che hanno intrapreso un percorso che nelle intenzioni delle amministrazione dovrebbe trasferire molte competenze in mano allo Stato alle singole Regione.

Quindici sono quelle richieste dalla Regione Emilia Romagna nel solco di una autonomia che in molti hanno definito “Soft”, 23 quelle ambite da Veneto e Lombardia,  che riguardano in particolare anche la scuola e i suoi programmi. Un fronte comune tra i tre diversi governatori (Bonaccini è come è noto esponente del Partito Democratico), ma una visione diversa. “La nostra Regione vuole avere capacità gestionale di spesa dei soldi che già ora lo Stato gli concede. Ma con una differenza. Siamo noi a voler scegliere come, dove e quando spenderli, semplicemente perchè conosciamo come è ovvio meglio il nostro territorio. La scuola? In Emilia Romagna non la tocchiamo è una questione nazionale non regionale o locale“.  Bonaccini ha apprezzato le parole del vicepremier Luigi Di Maio che ha inserito l’autonomia regionale nei 10 punti stilati dal movimento per poter procedere alla formazione di un nuovo governo. Un punto, quello dell’autonomia regionale tralasciato da Zingaretti e i dem, come sottolineato dal ministro Fontana: “Grave che non ci siano, non a caso è evidente come quell’alleanza possa essere potenzialmente nociva“. Bonaccini ha spiegato che “il principio dell’unità italiana non è in discussione. Non si tratta di avere più risorse, ma di spenderle meglio per una Regione e quindi uno Stato più competitivo“.

Sul fronte politico nazionale per Bonaccini è “necessario percorrere ogni strada battibile per garantire subito al Paese un governo. Non dico lo si debba formare per forza, ma almeno esaurire ogni tentativo, come chiesto anche dal Presidente Mattarella“.  Qualcuno ha fatto notare che eventuali elezioni politiche in autunno potrebbero portare a un election day regionale: amministrative e poltiche in una sola tornata ai seggi. “Non dipende da me, noi ci atteniamo alle leggi“, ha risposto, non sbilanciandosi in merito alle ipotesi di un voto unico che favorirebbe, per alcuni, più la Lega che il Pd.

Al termine dell’incontro il sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone ha attaccato il governatore della Regione. Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini rappresenta tutto ciò da cui la politica lungimirante, riformatrice e vicina alla gente dovrebbe stare alla larga – ha attaccato – Lo abbiamo visto oggi durante la sua performance al Meeting dove è riuscito a dire tutto e il suo contrario, esattamente come fa da anni, sorprendentemente graziato da certa parte dei media e della cosiddetta intellighentia progressista regionale che raramente lo mette di fronte alle sue evidenti contraddizioni. “Cosa significa che la mancata autonomia è la ‘sconfitta di Salvini’, semmai è la ‘sconfitta dei 5 stelle’, il movimento che ne ha di fatto bloccato la realizzazione. Lo stesso M5s con cui Bonaccini punta a fare l’inciucio anche in Emilia Romagna per poter sperare di vincere le elezioni regionali, con buona pace della coerenza e delle battaglie feroci tra le due componenti politiche in contrasto praticamente su tutto. “.

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