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Rimini, bilancio, Marzio Pecci, Lega: “Il 2020 anno di lacrime e sangue”

La mossa del Sindaco con l’emendamento che rinvia le grandi opere dimostra la fragilità del bilancio da me denunciata da alcuni anni”, questo l’esordio di un intervento de Marzio Pecci, consigliere comunale della Lega Nord, sul bilancio appena approvato dall’Amministrazione Comunale di Rimini.

La Giunta di Rimini – afferma il capogruppo leghista – è come il Governo del Paese: prima fa gli annunci di grandi opere e poi, quando si deve decidere in Consiglio comunale, propone un emendamento che rinvia l’apertura dei cantieri, per 23 milioni, all’anno successivo.

Ormai anche il bilancio comunale è stato privato della sua autorevolezza e quindi non è più credibile.

I revisori dei conti hanno rilevato l’irritualità dell’emendamento presentato dal Sindaco del Comune di Rimini dopo la presentazione del Bilancio di previsione 2020-2022 approvato dalla Giunta. Al momento del voto il Sindaco ha smentito la Giunta ed ha proposto, con l’emendamento, una modifica che rinvia gli investimenti “sbandierati” all’anno 2021”.

Ormai la parola dell’assessore Brasini vale quanto quella di Di Maio, cioé zero.

Forse il Sindaco – continua Marzio Pecci – ha compreso prima degli altri la fragilità del bilancio comunale che, come è noto a tutti, si regge sui dividendi di IEG oltre che sulle stregonerie delle tecniche contabili, ma queste, insieme ai tagli predisposti dal governo PD/M5Stelle rendono sempre più complicata la la vita amministrativa e la gestione del bilancio.

Il sindaco e la Giunta, in questi ultimi tre anni, hanno aumentato sia le tasse che le imposte comunali, spremendo i cittadini come limoni, portando la tassazione al limite, ma ciò non è bastato ed ora, per aumetare le entrate, devono ricorrere all’ultimo balzello dell’installazione di ulteriori autovelox con la scusa di voler fare sicurezza stradale.

Ora che il Governo ha approvato la norma che consentirà ad alcuni comuni di aumentare l’imposta di soggiorno siamo certi che Rimini non esiterà, dopo il voto delle regionali, ad aumentare anche questa imposta”. 

Le politiche governative sono dissennate – conclude l’sponente leghista – ed anche l’annullamento della cedolare secca sulle locazioni commerciali avrà riflessi indiretti sulle entrate del comune. L’aumento dissennato delle tasse e la minaccia di manette che questo Governo giallo-rosso (PD-M5Stelle-Leu-IV) ci fa pensare ad un 2020 di lacrime e sangue.

E allora arrestiamo la fame di soldi di comune e governo, rivendicando una migliore amministrazione sia locale che centrale, che sappia ridurre la spesa ed avviare una vera e coraggiosa stagione di riforme”.

Marzio Pecci

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