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Rimini, Bertozzi (PD): “Renzi si dimetta subito, basta personalismi”

Rancore all’interno del PD. Questa volta è per l’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi, per alcuni troppo a rallentatore. Il segretario, ieri, durante una conferenza stampa, ha infatti dichiarato che si dimetterà dal ruolo solo una volta formatosi il Governo. Tradotto: sarà lui a decretare le sorti e le posizioni del Partito Democratico nei confronti delle altre forze politiche. Una scelta criticata da molti, anche qui a Rimini. A sollevare alcune lamentele al riguardo è ad esempio il consigliere comunale del PD Simone Bertozzi, che commenta: «Renzi sul piano dialettico sembra avere una passione per i discorsi d’addio. Dopo le sconfitte, sul piano comunicativo, dà il meglio di sè. Peccato che l’intervento di ieri, dietro a una patina di umiltà, nasconda tutta la furbizia e l’ambizione del capo ferito, che da una parte fa finta di dare le dimissioni e dall’altro pretende ancora di dare le carte e gestire il gioco». E aggiunge: «Ribadisco di non voler fare il tiro al piccione, non è il momento della resa dei conti. – ci tiene a sottolineare il consigliere – E’ il momento però di guardarsi allo specchio, fare un passo indietro e ricostruire l’identità di un partito di sinistra che oramai è percepito come lontano dalla gente, dai problemi reali». Non è però il momento di mollare. «Dalle macerie si può ripartire, ma bisogna avere l’intelligenza di cambiare e riconoscere gli errori. Basta personalismi!».

Bertozzi ricorda poi un altra sconfitta di Renzi: il referendum costituzionale. «Insieme a pochi altri, compreso l’assessore Biagini, fui l’unico tra gli eletti del PD a schierarmi per il “No” al referendum. – osserva il consigliere – Si dice sempre, forse con un pizzico di retorica, che anche dalle sconfitte si può imparare tanto. Verissimo. Ma le sconfitte non vanno soltanto analizzate, bisogna leggerle, contestualizzarle. Cambiare rotta. Cosa che il PD, e soprattutto il nostro segretario nazionale, non fece. Costringendo tanti (ex) compagni a fare le valigie». Quello di Renzi, secondo il consigliere comunale, fu «un atteggiamento indisponente, miope, che forse gasò certe truppe cammellate ma che, di fatto, spaccò il partito. Fino alla rottura con un pezzo di establishment, nonché di elettorato, e alla forzatura sulle ultime candidature».

«Ma questo, – conclude Bertozzi – nonostante i mal di pancia diventati ormai ulcera, non è il momento della resa dei conti. E’ il momento delle responsabilità, per non rischiare di dar affondare definitivamente la nave».

 

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