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Rimini, Bar Lento: giovedì Sarah Gainsforth presenta il libro “Airbnb città merce”

Giovedì 23, alle ore 19.30, presso il Bar Lento, in via Bertola, presentazione del libro ella giornalista Sarah Gainsforth “Airbnb città merce”.

L’incontro è organizzato dal “progetto Scintilla” che, da circa un anno organizza eventi nel territorio.

Airbnb è una piattaforma digitale – dichiarano gli organizzatori – nata nel 2008 ed è un chiaro esempio dell’impresa digitale del nostro tempo, cresciuta nella mitologia della sharing economy e delle start up americane e nell’orbita della Silicon valley. Oltre alla competizione all’offerta tradizionale alberghiera il suo impatto concorrenziale fa aumentare i prezzi e i canoni di locazione delle case agendo sulla composizione di classe dell’inquilinato e contribuendo alla trasformazione dei quartieri e delle città.
Per tali ragioni ha incontrato l’opposizione degli abitanti e delle amministrazioni di alcune città, che chiedono la normazione e la tassazione del fenomeno. Se guardiamo al caso italiano dove il peso del turismo sul PIL è pari al dieci per cento, il fenomeno Airbnb si inserisce in una più generale riqualificazione dei centri storici che porta all’espulsione dei residenti e ad una sempre maggior messa a valore in senso privatistico degli spazi pubblici. Eclatanti i casi di Firenze, Venezia e Roma, in cui i residenti hanno lentamente subito un fenomeno di suburbanizzazione
– prosegue la nota di presentazione dell’evento – emigrando verso le periferie e le località limitrofe, trasformando le città in parchi giochi per turisti sempre più uguali tra loro. Rimini conosce un fiorire di questi fenomeni, con la recente riqualificazione sia del centro che delle aree periferiche, oltre al giro di vite delle ordinanze e la mano privata che cala sui luoghi pubblici e condivisi, dalle piazze alle spiagge. Il fenomeno Airbnb è nella nostra città in espansione: crediamo che la riconversione del centro, accorpato all’offerta turistica, vedrà un’ulteriore svuotamento dello stesso come è già accaduto in passato per luoghi quali Borgo San Giuliano, che da borgo di pescatori – conclude il comunicato – è stato trasformato a residenza per la borghesia dei professionisti e in un luogo-cartolina svuotato degli aspetti di realtà e quotidianità”.

 

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