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Rimini, Banchetti: Le nuove norme sui compro-oro impediscono ai gioiellieri di lavorare

Federpreziosi rende pubblico il proprio parere negativo sul Decreto Legislativo del 25 maggio 2017 n. 92, con le disposizioni per l’esercizio delle attività dei Compro Oro. Per la Provincia di Rimini si tratta di circa 100 attività coinvolte, alcune delle quali con doppia o tripla sede dislocate in diversi Comuni della Provincia.

Nel concreto, tutte le attività di preziosi al dettaglio (anche solo chi, ad esempio, ritira un anello per trasformarlo in collana, o cambia un moschettone ad un bracciale usato) dovranno iscriversi per via telematica entro il 5 luglio 2017 ad un registro dell’OAM (Portale Angenti e Mediatori) che tra l’altro non è ancora attivo, inoltrando i dati del cliente al registro.

Inoltre, dovranno obbligatoriamente aprire e utilizzare un conto corrente bancario o postale dedicato in via esclusiva alle operazioni con l’usato e segnalare all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) le operazioni che ritengono, a loro discrezione, sospette.

Le nuove normative ci costringeranno a sottostare ad obblighi che non ci competono, perché per le nostre attività quotidiane di laboratori orafi e gioiellerie l’usato non è l’attività principale, al contrario di chi fa come attività esclusiva la compravendita di oro e preziosi, quali sono i Compro Oro – sottolinea Onelio Banchetti, presidente di Federpreziosi della Provincia di Rimini, aderente a Confcommercio –. Aprire nuovi conti correnti, registrare ogni operazione anche solo per la trasformazione o la riparazione di piccoli oggetti ci renderà impossibile lavorare. Se riteniamo giuste le regole stringenti per l’acquisto di preziosi dal cliente, riteniamo penalizzante sottostare a queste regole per la trasformazione. Tutto diventerà oneroso e più complicato per attività che già risentono di altri problemi come la sicurezza, essendo sempre nel mirino di malviventi, più o meno violenti. Gioiellerie e laboratori orafi della nostra Provincia si uniscono alle preoccupazioni sollevate da Federpreziosi nazionale, chiedendo un tavolo di confronto su questo Decreto Legge che non tiene conto delle nostre specificità e dell’etica già insita nel nostro mestiere, che da sempre dimostriamo tanto che quasi tutte le nostre aziende hanno alle spalle decenni di attività. Così non potremo andare avanti. Questo Decreto non solo stride con i pareri delle Commissioni preposte, ma di fatto va a minare il futuro delle attività orafe, dalle gioiellerie ai laboratori, accomunando la compravendita anche di grandi quantità di oro alla trasformazione dei piccoli oggetti. Nel tentare di dare una normativa più stringente all’acquisto di oro usato, dal 5 luglio 2017 anche i dettaglianti orafi e i gioiellieri dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni”.

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