Pubblichiamo una dichiarazione del deputato dem Tiziano Arlotti sulle politiche per il lavoro:
“La legislatura appena conclusa è stata caratterizzata dalla conquista di nuovi diritti e dall’innovazione delle politiche, in particolare sul tema del lavoro. Diritti, tutela, sviluppo delle opportunità ed anche doveri delle persone e delle imprese hanno per la prima volta marciato assieme. Abbiamo varato lo Statuto del lavoro autonomo, l’estensione delle coperture per chi perde lavoro, le tutele della maternità e paternità, il reddito di inclusione, la maggior flessibilità nell’uscita dal lavoro in funzione del riconoscimento delle diverse storie lavorative, l’alternanza scuola lavoro obbligatoria, l’avvio del sistema duale e la riforma dell’apprendistato, il riordino del sistema ispettivo, il contrasto alle dimissioni in bianco, la creazione dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive, il sostegno al lavoro dei giovani e alle Start Up.
Sul fronte dei rapporti di lavoro dipendente i risultati sono visibili. La provincia di Rimini (dati Osservatorio economico Romagna a dicembre 2010) presenta il miglior saldo occupazionale destagionalizzato (+1.602 unità, in valore assoluto nel primo trimestre dell’anno) della regione Emilia-Romagna. Positive anche le previsioni di assunzione da parte delle imprese, di cui il 90% dipendente e un terzo a carattere stabile. In flessione le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-settembre 2017 (-32,2%), con la conferma del calo della CIG Ordinaria (-20,0%) e Straordinaria (-19,5%).
Ora dobbiamo affrontare il nodo principale: il divario tra domanda e offerta di lavoro, per cui quando un’impresa cerca un profilo professionale trova difficoltà a trovarlo, spendendo comunque risorse non trascurabili in termini di tempo e costi. Il capitale umano, la sua crescita permanente, la capacità di interagire tempestivamente con le innovazioni sono un fattore determinante per la competitività e per la crescita dell’economia.
Se i percorsi nel mercato del lavoro sono, e sempre più saranno, caratterizzati da discontinuità e da occasioni e opportunità di natura diversa, da percorsi non lineari fra contesti e forme contrattuali, le competenze utili al lavoro saranno sempre più “ibride”, dinamiche, in evoluzione continua. La crescita del capitale umano coincide con l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e con la valorizzazione delle competenze. Abbiamo fatto molto in questi anni su questa strada, ma siamo consapevoli che spesso la lentezza dei diversi attori coinvolti nei processi di cambiamento, accompagnata alla perdurante frammentazione delle competenze e delle responsabilità dei livelli istituzionali, sono fattori che possono compromettere anche la migliore riforma.
È necessario quindi cambiare l’approccio: anzitutto dotarsi di strutture in grado di agire perché siano effettivamente garantite prestazioni e diritti che la normativa già definisce, superando stalli e ritardi e aiutando il sistema a stare al passo con la domanda delle imprese e delle persone. In secondo luogo abbracciare le opportunità che la rivoluzione digitale offre, superando le barriere culturali e tecnologiche alla circolazione delle informazioni, avendo come punto di riferimento l’efficacia del servizio che deve essere offerto alla persona.
Deve partire a tutti gli effetti l’Agenzia nazionale Politiche attive lavoro (Anpal) per la messa in rete di tutti i soggetti del mercato del lavoro e occorre compiere una serie di operazioni a sostegno della riprofilazione e riprofessionalizzazione dei soggetti legati all’industria 4.0, con interventi per aiutare le imprese a realizzare percorsi di autoformazione e per la trasmissione dei saperi e delle competenze.
Tutti i soggetti (istituzioni pubbliche, private e privato-sociali) devono offrire opportunità di apprendimento e di sviluppo delle abilità e delle competenze coerenti con le opportunità offerte dalla dimensione digitale e innovativa del lavoro, in modo da evitare l’esclusione e “l’intrappolamento” nei lavori poco qualificati. La possibilità di esercitare il diritto ad accedere ad opportunità di lavoro soddisfacenti e adeguatamente retribuite saranno, quindi, sempre più condizionate dalla possibilità di valorizzare e far crescere il bagaglio di competenze delle persone acquisite in tutte le fasi della vita”.