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Rimini, Arci Gay: “Un voto che permetta di continuare il percorso iniziato sui diritti civili”

Un comunicato dell’Arci Gay sulle prossime elezioni politiche:

Tra pochi giorni si concluderà la legislatura che nella storia italiana ha fatto di più in termini di diritti civili e autodeterminazione, in particolare la legge sulle unioni civili. La legge elettorale proporzionale con cui si voterà rende quasi secondari i programmi elettorali, visto che dopo il voto andrà trovato necessariamente un compromesso per raggiungere una maggioranza. Per questa ragione come Arcigay riteniamo più utile prendere posizione sulla base del curriculum dei partiti piuttosto che sugli impegni elettorali.

La leghista Raffaelli, candidata maggioritaria del Centrodestra, ha dichiarato di essere per la famiglia “formata da uomo e donna” e che quindi aderisce alla tristemente nota tradizione del suo partito di umiliare e contrastare ogni altra forma familiare anche smontando la legge sulle unioni civili, come già preannunciato. Ricordiamo per esempio gli amministratori leghisti che, non potendole impedire, cercarono di confinare la celebrazione delle unioni civili in sgabuzzini e sottoscala. Ciò non sorprende visto che la Raffaelli deve la sua poltrona riccionese ai voti del Popolo della famiglia, un partito fondato unicamente sull’omofobia. Ritenendo questa posizione spaventosa consideriamo impraticabile votare per i partiti della coalizione di Centrodestra di cui la leghista Raffaelli, tutt’altro che moderata, è espressione elettorale.

Riguardo la maggioranza di Centrosinistra che ha governato, tutti i parlamentari ricandidati, dal PD a LeU, hanno votato a favore delle molte leggi sui diritti civili presentate dal PD e questo è un fatto molto positivo sia per il voto che per l’iniziativa politica dell’aver presentato queste leggi progressite. LeU e Pap hanno posizioni molto avanzate su questi temi, e pur essendo partiti a vocazione minoritaria certamente daranno un contributo significativo alla difesa e alla progressione dei diritti. Una menzione d’onore spetta inoltre a +Europa di Emma Bonino, la cui storia è sinonimo di diritti civili. 

Per il Movimento 5 stelle, pur nella convinzione che i candidati locali abbiano idee positive in tema di diritti civili, non possiamo dimenticare l’uso strumentale fatto del voto sulle unioni civili in senato. Com’è noto infatti il m5s abbandonò, nei momenti più delicati, il fronte comune che sosteneva la legge Cirinnà mettendone a repentaglio l’approvazione, benché fosse stata voluta dal voto “vincolante” degli iscritti. L’assenza di ogni riferimento ai diritti civili nel loro programma completa un quadro fatto di chiaroscuri su cui ognuno potrà farsi la propria opinione.

Concludiamo augurando a tutte e tutti un voto sereno e consapevole e caldeggiando un voto che permetta di continuare il percorso iniziato sui diritti civili, la dignità e la parità”.

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