Dopo quattro anni di soprusi e violenze fisiche e psicologiche, e umiliazioni subite in pubblico dal proprio compagno una donna riminese di 36 anni ha trovato il coraggio di presentarsi in Questura, di fronte agli agenti della Squadra Mobile di Rimini specializzata in violenza di genere e denunciare tutto. Le botte, anche davanti al figlio, le vessazioni, le costrizioni. Una denuncia che al momento, ha permesso agli uomini della Polizia di Stato di assicurare alla giustizia il bruto, un 50enne pugliese da tempo residente in Romagna.
Il rapporto tra la giovane donna e l’oramai ex compagno era iniziato quando lei non era neppure 30enne. E in principio, alla donna, sembrava di vivere una storia normale, senza alcuna premonizione sull’inferno che le sarebbe piombato addosso negli ultimi anni. Malgrado lui, molto più grande di lei, avesse già accumulato debiti con la giustizia tali da portarlo in carcere. Una pena estinta dopo qualche tempo, quando l’uomo, appena tornato libero, aveva deciso di stabilirsi in casa della fidanzata.
E anche in quest’ultimo frangente la donna non ha riscontrato violenze di sorta. Tutto sembrava andare per il meglio con la convivenza coronata dalla gravidanza e dalla successiva nascita del figlio della coppia. La giovane si fidava a tal punto del compagno da intestarsi la licenza dell’esercizio commerciale condotto dall’uomo, disoccupato. Un gesto d’amore fatto per aiutare l’uomo in evidente difficoltà economiche. Ma nell’estate del 2015, tutto cambia e iniziano i problemi, quelli seri, quelli che presto avrebbero fatto precipitare l’allora 32enne nel baratro.
Dapprima la scoperta di una relazione extraconiugale dell’uomo, poi lo scatto d’orgoglio, l’allontanamento da casa, l’amara scoperta sulla conduzione dell’esercizio commerciale dell’uomo, che non andava bene con tanto di debiti accumulati. Ma lui, il cinquantenne che l’aveva tradita, pur allontanatosi da casa, continuava a cercarla soprattutto per chiederle soldi in prestito per far fronte proprio a quei debiti.Dopo avere cercato inizialmente di sostenere l’onere economico derivante dalle richieste, la donna ad un certo punto ha detto basta. E così nell’estate di 4 anni fa sono cominciate le violenze fisiche e psicologiche. Le ultime le sono state inferte il 14 agosto scorso, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Numerose sono state le volte in cui la donna è dovuta ricorrere alle cure mediche ed è dovuta sottostare alle minacce dell’uomo che pur commettendo parte delle violenze in luoghi pubblici e quindi alla presenza di testimoni, le intimava di non andare a denunciarlo pena ulteriori e più gravi conseguenze fisiche.-
In una occasione il bruto le si è scagliato controcolpendola ripetutamente sotto gli occhi del figlioletto, fortunatamente allontanato dal luogo da un’amica che aveva assistito alla scena.
Al termine degli accertamenti, gli investigatori della Squadra Mobile hanno riferito al Pubblico Ministero che a fronte del quadro probatorio delineato nell’informativa ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Rimini nei confronti dell’uomo l’emissione di un’ordinanza di applicazione della misura custodiale degli arresti domiciliari, eseguita ieri dagli uomini della Mobile.