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Rimini-Ancona-Forlì: la guerra dei cieli divide centro-sinistra e imprenditori, nuovo record di Bologna

La guerra dei cieli fra Romagna e Marche si riaccende – ammesso che si sia mai sopita – e divide anche il centro-sinistra. Da una parte c’è la Regione Marche, governata dal Pd e sostenuta dai parlamentari Dem marchigiani, pronta a sborsare 20 milioni di euro per salvare lo scalo di Ancona dalla chiusura. Dall’altra il deputato uscente di Rimini Sergio Pizzolante, ora candidato per il centro-sinistra nella lista Civica Popolare della Lorenzin, che denuncia questo intervento come “aiuto di stato” a favore dell’aeroporto “Raffaello Sanzio” a danno del “Federico Fellini” di Rimini.

Proprio su questo tema dovrà pronunciarsi Bruxelles, dove si sono appena recati la segretaria generale della Regione Marche Deborah Giraldi e l’amministratore unico di Aerdorica Federica Massei, per depositare le integrazioni richieste. Al ritorno, entrambe hanno manifestato ottimismo sull’esito dell’operazione, che servirebbe a ricapitalizzare Aerdorica, la società che gestisce la pista di Ancona e sulla quale pende una causa di fallimento.

Gli amministratori marchigiani hanno messo sul piatto anche la difficile situazione creatasi dopo il terremoto. Secondo Giraldi, l’Unione europea è «consapevole del fatto che non offrire un contributo all’aeroporto in una regione colpita dal sisma potrebbe causare criticità irreversibili».

Ma Sergio Pizzolante è di altro parere: «Le risorse pubbliche agli aeroporti vanno bene, ma per ‘l’attività di marketing e di promozione del territorio’, non per risolvere problemi di gestione e di bilancio».

La replica dei marchigiani è affidata ai deputati Pd Piergiorgio Carrescia ed Emanuele Lodolini, oltre agli europarlamentari Simona Bonafè e Nicola Danti «Salvare Aerdorica significa salvare la struttura Aeroporto».

Intanto è caldo anche il fronte opposto, dove si sta combattendo la battaglia per riaprire l’aeroporto “Ridolfi” di Forlì. Il sindaco forlivese Davide Drei ha annunciato in consiglio comunale che il 15 febbraio sarà pubblicato il bando Enac per la gestione dello scalo della sua città: «E’ stata verificata la predisposizione degli atti necessari per il bando – ha dichiarato Drei – ed è stato comunicato che entro il 31 gennaio ci sarà la trasmissione degli atti da parte di Enac. Questo genererà la trasmissione del bando in Gazzetta Europea nei cinque giorni successivi ed entro dieci giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale italiana. Quindi la previsione comunicata dagli uffici di Enac per l’emanazione del bando e quindi l’avvio per la presentazione dei progetti da parte degli interessati e che sarà presumibilmente in bandi europei è del 15 febbraio».

A Forlì una cordata di imprenditori si era detta pronta a mettere mano al portafoglio pur di riaprire lo scalo. Si è tentato di far nascere una “Aeroporto della Romagna spa” ma la raccolta di quote che si era posta come traguardo la cifra di 3,5 milioni si è fermata in attesa del bando. L’investimento complessivo è valutato in circa 10 milioni, ma alcuni ritengono che per partecipare al bando basteranno 100 mila euro di capitale.

Del gruppo di imprenditori fa parte il ravennate Ettore Sansavini, presidente e fondatore del gruppo Villa Maria di Cotignola e azionista di maggioranza anche delle Terme di Castrocaro. Inoltre, la Cmc di Ravenna ; Alberto Vignatelli, presidente di Luxury Living; Giuseppe Silvestrini, ex presidente di Unieuro ma tuttora azionista di peso; Armando De Girolamo di Lotras, società pugliese che a Forlì gestisce già lo scalo merci della ferrovia.

Operazione che ha avuto il plauso di Confcommercio di Forlì, Cesena e Ravenna, con il significativo silenzio di Rimini. Stesso copione i Federalberghi, con Ravenna a tifare per Forlì e Rimini da sempre in lotta per i proprio scalo. E che, ancora più clamorosamente, aveva innescato uno scontro fra il riminese Paolo Maggioli presidente di Confindustria Romagna (Ravenna e Rimini) e i colleghi di Confindustria Forlì-Cesena, anch’essi schierati per la riapertura del “Ridolfi”. Ma Confindustria Forlì-Cesena è stata poi praticamente azzerata dai vertici nazionali che vogliono una sola associazione per tutta la Romagna, sulla base di riequilibri ancora tutti da ridisegnare.

Di certo sono sfumati i sogni di chi a Forlì sperava di riaprire l’aeroporto entro il 2018. Mentre la “guerra dei cieli” va avanti e finora l’unico scalo che vola sempre più in alto è quello di Bologna: la società che gestisce il “Marconi” ha appena comunicato che nel mese di gennaio i passeggeri sono stati poco meno di 600 mila (598.853), con una crescita dell’11,1% sullo stesso mese dell’anno precedente. In particolare, a gennaio i passeggeri su voli internazionali sono stati 449.897, mentre quelli su voli nazionali sono stati 148.956.

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