Una decina le sanzioni effettuate nella giornata di sabato dagli agenti della Questura di Rimini nei confronti di chi non rispetta le limitazioni agli spostamenti in vigore per arginare l’epidemia di coronavirus. E come ormai d’abitudine non mancano le motivazioni più pittoresche accampate dai fermati.
Come la giovane rumena di 28 anni, fermata intorno alle 17 in via Circonvallazione Occidentale. Come mai si trovava lì e ben distante da casa? Ma perché, ha sostenuto, era alla ricerca di un negozio dove acquistare un completo intimo, avendo in programma un appuntamento galante.
Era invece sulla spiaggia un riminese di 52 anni: ha detto di aver bisogno di bagnarsi i piedi nel mare, illustrando anche le proprietà terapeutiche del pediluvio nelle acque salate.
Due albanesi, di 42 e 26 anni, sono stati invece bloccati mentre transitavano in auto in piazzale Martiri d’Ungheria. Dal 42enne alla guida è pervenuto un confuso racconto riguardante la necessità di raggiungere la farmacia di via Tripoli: era diabetico, ma non sapeva quali farmaci dovesse acquistare, nè il nome del suo medico curante, e così via. Di certo però viaggiavano in due quando non sarebbe stato necessario, mentre il conducente era già stato denunciato ai sensi dell’art. 650 quando queste violazioni rivestivano carattere penale, poi una seconda volta con sanzione amministrativa; questa terza gli è stata comminata in forma aggravata dal fatto di essere alla guida di un veicolo.
Come è capitato anche a un napoletano di 38 anni, bloccato sulla statale 16 dopo essere passato col semaforo rosso. Ma oltre all’infrazione al codice della strada, l’uomo si dirigeva verso Riccione con a bordo dell’auto due giovani e avvenenti ragazze, una bielorussa di 28 anni e una russa di 20. L’uomo ha ammesso candidamente di star riaccompagnando le amiche nel residence dove abitano dopo aver trascorso la nottata con loro.
Non violazioni alle disposizioni anti-epidemia. ma una vecchia e triste storia che si ripete quella di una brasiliana di 47 anni, ben conosciuta alle forze dell’ordine per i suoi precedenti. Completamente ubriaca, si trovava in attesa al pronto soccorso, dove pretendeva di fumare. Oltre al disturbo alle altre persone in attesa e ai sanitari, a un certo punto si è impadronita del gel disinfettate e ha iniziato a cospargerselo in testa, dicendo che doveva fare lo shampoo per immunizzarsi dal coronavirus. Avendo anche insultato e aggredito gli agenti che cercavano di calmarla, è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.