L’architetto Roberto Mancini il 2 giugno scorso si era appellato al sindaco di Rimini Andrea Gnassi perchè alcuni platani storici di piazza Malatesta non fossero abbattuti nel corso dei lavori che daranno un nuovo assetto all’area del Teatro e di Castel Sismondo. Il sindaco aveva risposto che avrebbe fatto di fatto per salvarli. Così non sono andate le cose e quattro alberi sono stati tagliati.
Ora Mancini si rivolge di nuovo al primo cittadino:
Bella figura, Signor Sindaco. Dopo la riminizzazione ora abbiamo la fellinizzazione. Tutto è fatto in onore di Fellini che, giustamente, è un grande concittadino. Ma il troppo stroppia. Si fanno i progetti senza considerare le preesistenze, la storicità del sito. Quindi i reperti archeologici e gli alberi storici e non danno fastidio. Invece bisogna ragionare al contrario, rispettare la stratificazione della città che nasce nel 268 a.C.
Bastano il Ponte, l’Arco, la Domus, il Tempio… l’Anfiteatro, o possiamo offrire altro ai cittadini e ai turisti? Nella sua lettera di risposta alla mia, in data 02/06/20, mi sembrava “illuminato”, ma la luce si è spenta subito. Soprattutto ha detto un sacco di bugie, prendendo in giro me e molti cittadini che la pensano alla mia maniera. Il suo “indice di gradimento” è sensibilmente calato e anche la fiducia. Credevo che i suoi studi l’avessero resa più sensibile e raffinato, invece ha ignorato la cultura; preoccupandosi solo del consenso spicciolo. Oltre a onorare Fellini, dovremmo farlo anche per qualche “Pinocchietto” Riminese. In osteria sarei stato più Romagnolo e meno civile.
Roberto Mancini
