Il 28 giugno scorso, la sala operativa della Questura di Rimini aveva diramato alle pattuglie la ricerca di uno scooter di colore nero con il quale due uomini si erano allontanati dopo derubato di una borsa una donna in via XX Settembre.
Dagli elementi in possesso erano state svolte da subito le indagini – partendo dai numeri della targa dello scooter che parzialmente erano stati annotati dai testimoni – ed anche dalle descrizioni fornite sulle due persone che avevano commesso il fatto.
Da subito gli accertamenti indirizzavano gli operatori di polizia ad un uomo, T.M., riminese di 36 anni, già agli arresti domiciliari per altri reati.
Gli agenti lo hanno cercato a casa, ma la madre ha riferito che il figlio si era recato in ospedale per un ciclo di terapie. Se non che presso il reparto del nosocomio T.M. non si era presentato, né il personale ospedaliero sapeva il motivo della mancata presentazione del soggetto alla terapia.
Tuttavia dopo alcune ore lo stesso T.M. si è presentato di sua spontanea iniziativa presso il posto di Polizia dell’Ospedale di Rimini, senza però essere in grado di fornire una valida documentazione atta a dimostrare l’autorizzazione concessa per assentarsi e sottoporsi alla terapia.
I poliziotti già che c’erano, oltre ad acquisire i documenti delle terapie, chiedevano al T.M. come mai lo scooter intestato al padre e che lui usava fosse stato segnalato durante un atto criminoso. Al che l’uomo negava di essere lui l’autore del furto, ma affermava di sapere dove il ladro avesse gettato la borsa rubata alla donna: aveva notato una persona che la lanciava al di là di una recinzione dentro il parco Marecchia, mentre si trovava a passare da quelle parti. E in effetti seguendo quelle indicazioni la borsa veniva poi ritrovata e riconsegnata alla proprietaria.
Portato T.M. in Questura, valutata la situazione e visti i presupposti e la versione lacunosa che aveva fornito, è stato denunciato per furto con destrezza.
Date le gravi violazioni del T.M. alle prescrizioni impartite dall’Autorità Giudiziaria consistenti nel perpetrare reati nelle fasce orarie in cui era stato autorizzato ad allontanarsi dal luogo dove era sottoposto agli arresti domiciliari il giudice ha deciso di comminare per lui la misura della custodia cautelare in carcere.
L|’ordinanza del giudice è stata eseguita questa mattina: gli agenti si sono recati presso l’abitazione del T.M. e lo portato in carcere.