“Con il 2021 entra pienamente in attività un nuovo prodotto di finanziamento a disposizione delle imprese agricole. Si sono concluse, infatti, le operazioni sul SIAN, il portale informatico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per permettere alle imprese di attivare il cosiddetto “pegno rotativo” ma anche agli istituti bancari di visionare direttamente le produzioni certificate di qualità delle singole aziende loro clienti. Lo strumento, introdotto per norma da un emendamento al Cura Italia promosso dal MoVimento 5 Stelle, permette alle imprese agricole di ottenere da un istituto di credito le risorse finanziarie di cui necessitano ad un tasso inferiore, mettendo a pegno la propria produzione ma mantenendo il bene nelle proprie disponibilità per le successive fasi di maturazione e affinamento. Una volta posto in vendita, il bene vincolato verrà sostituito con un altro bene della stessa qualità che inizierà il processo a sua volta. Quindi, il pegno “ruota”, cioè si sposta di volta in volta sul nuovo bene prodotto quando quello precedentemente dato a garanzia viene venduto”, lo comunica il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti.
“Questa misura, che abbiamo fortemente voluto, interesserà tutti i prodotti di qualità certificati, inclusi il vino, l’olio e le bevande spiritose come liquori, acquaviti, distillati. L’istituto finanziario – spiega Croatti – avrà il vantaggio di fornire il credito con la garanzia reale rappresentata dal bene che, nel corso del tempo, acquisirà valore; il prestito, quindi, sarà gestito dall’impresa che potrà dedicarsi, con tutte le sue energie, alla valorizzazione della sua produzione, avendo la custodia del bene prodotto”.
Non mancano gli istituti bancari che hanno già siglato i primi accordi con le imprese agricole, con una stima iniziale di oltre cento milioni di euro. Molto attivo soprattutto il comparto vitivinicolo dove l’affinamento è direttamente collegato ad un aumento del valore del bene. Lo strumento finanziario permetterà di garantire maggiore liquidità ai circa 2.500 imprenditori agroalimentari della provincia di Rimini, di cui 377 produttori vitivinicoli, ma anche maggiore tranquillità dal punto di vista finanziario per consentire loro di impegnarsi nel lungo periodo di affinamento dei prodotti che remunerano gli investimenti solo dopo la loro definitiva maturazione”, conclude Croatti.