Cerca
Home > Ultima ora cronaca > Rimini, agente penitenziario aggredito da magrebino nel carcere dei “Casetti”

Rimini, agente penitenziario aggredito da magrebino nel carcere dei “Casetti”

Oggi (lunedì 18 giugno) un agente della polizia penitenziaria di Rimini è stato aggredito da un carcerato di origine magrebina. Il Poliziotto vittima dell’aggressione è stato accompagnato all’Ospedale Infermi di Rimini dove è stato giudicato guaribile in sette giorni.
Ne dà notizia il Sinappe dell’Emilia Romagna, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria.
La nota del sindacato della polizia penitenziaria

“Negli ultimi 10 giorni il personale di Polizia Penitenziaria ha subito, in regione, 3 aggressioni (il giorno 8 il Comandante di Reparto di Reggio Emilia, ieri, 17/06/18, altro collega sempre a Reggio Emilia ed oggi un poliziotto a Rimini), mentre altro personale in
divisa più il Direttore dell’Istituto si sono infortunati sabato mattina presso l’IPM di Bologna nel tentativo di contenere una violenta rissa tra detenuti di diverse etnie.

Come detto, una delle suddette aggressioni, si è verifcata in data odierna, 18/06/2018, presso la Casa Circondariale di Rimini, ove un carcerato di origine magrebina ha aggredito brutalmente e senza alcuna apparente motivazione un Poliziotto Penitenziario prendendolo a calci e pugni, prima dell’intervento di altro personale in divisa richiamato dalle grida di aiuto del malcapitato collega.

Il Poliziotto vittima dell’aggressione è stato successivamente accompagnato presso il PS del nosocomio cittadino dove è stato giudicato guaribile in 7 giorni s.c., per una forte contusione al gomito ed ecchimosi e graf agli arti superiori.

Nell’esprimere solidarietà al collega vittima della suddetta selvaggia aggressione, che poteva avere conseguenze drammatiche se non fosse intervenuta un’ulteriore aliquota di personale a fermare l’incontenibile rabbia dell’animalesco aggressore, questa Organizzazione Sindacale, ancora una volta è a denunciare con forza come, alle molteplici modifche delle modalità custodiali, il DAP non abbia fatto seguire adeguate iniziative volte a ridurre il “rischio professionale” a cui va incontro quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria, se non una scarna circolare di recente emanazione (12/06/2018), a firma del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, attraverso la quale si raccomanda il personale in divisa “ad usare ogni più opportuna cautela e attenzione al fne di preservare la propria incolumità personale, in primis, nonché la sicurezza dell’istituto” (roba da non credere), oltre a rivolgere alle Direzioni degli II.PP. un vacuo invito a rappresentare eventuali necessità d’incremento d’organico, come se il Dipartimento non fosse già a conoscenza della drammatica carenza di personale soferta nelle carceri del Nord Italia, ed altre sterili raccomandazioni ad
attuare la normativa vigente in tema di gestione del detenuto, anche dal punto di vista disciplinare.

L’auspicio resta pertanto lo stesso che stiamo esprimendo in ogni nostro pubblico grido d’allarme e cioè che, a causa dell’inerzia dell’Amministrazione, non si debba in futuro tornare ad intitolare Carceri italiane alla memoria di poliziotti vittime del servizio, come in un lontano passato accadeva con inaccettabile frequenza.”

Ultimi Articoli

Scroll Up