Questa settimana è decisiva per la candidatura a sindaco per il centrosinistra. Nel fine settimana vi sarà l’annunciato incontro con i due candidati, Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad, i vertici del Pd locale e il segretario regionale Paolo Calvano.
L’obiettivo, dichiarato e reso esplicito con una nota dal segretario del Pd di Rimini, Alberto Vanni Lazzari, è quello di fare desistere entrambi i candidati e trovare una soluzione terza. Apparentemente, stando a quello che si dice tra gli addetti ai lavori, entrambi i candidati potrebbero essere disponibili.
In realtà, guardando al lavoro in corso sui social e gli incontri programmati da Sadegholvaad e Pettiti, non sembra tutta questa voglia di mollare non appare. Tuttavia un problema si pone. Praticamente tutto il Partito Democratico, circoli, singoli esponenti, il segretario provinciale e comunale, chiedono di evitare le primarie. Difficile farle in un periodo di pandemia come questo. E un rischio troppo alto di spaccatura nel Partito Democratico, che potrebbe compromettere il risultato elettorale. Questi gli argomenti principali.
A fronte di questa richiesta di passo indietro, chi dei due candidati, nell’incontro del fine settimana dirà che non è disponibile a ritirarsi si assumerà la responsabilità di fare le primarie. Un cerino che rischia di bruciare non poco nelle mani di uno dei due candidati, compromettendo la stessa corsa per vincere le primarie.
Non è un caso se fino ad oggi il tentativo è stato quello di fare ritirare Emma Petitti per dare il via libera a Sadegholvaad. Tentativi falliti. Solo l’incontro del fine settimana può evitare le primarie con un passo indietro di entrambi i candidati. Poi si apre la ricerca per una soluzione condivisa.
Una prima regola non scritta trapela dal Partito Democratico: la terza soluzione non può essere nessuno di coloro che si sono già dichiarati a favore di una delle candidature. In conclusione un quadro molto complicato dove un ruolo importante lo gioca il sindaco uscente Andrea Gnassi. Tutto dipenderà dalle sue intenzioni di trovare una soluzione unitaria o di rompere con una parte del Partito Democratico, con tutto quello che consegue.
Nel centrodestra, apparentemente le acque sono meno agitate. In realtà la soluzione per la candidatura a sindaco è molto lontana. La Lega è alla ricerca di una candidatura della società civile. Ad oggi però ha collezionato solo delle indisponibilità. Dal direttore dello Ior, all’ex questore di Rimini, all’imprenditore di successo. Tutte risposte negative.
In compenso si stanno scaldando i motori delle candidature politiche. Ravaglioli per la Lega, Barboni in Forza Italia. Due soluzioni, si dice in una parte del centrodestra, che garantiscono conoscenza del territorio e competenza.
Di altro parere Fratelli d’Italia. Dopo il rafforzamento del gruppo consigliare di Rimini con l’entrata di tre nuovi consiglieri, Marcello, Zilli e Rufo Spina, il partito della Meloni sta alzando la voce e il prezzo. Con un ultimatum indirizzato alla Lega: “o trovate un candidato civico rapidamente, oppure procediamo con una candidatura politica”.
In questo caso il primo a farsi avanti sarebbe Filippo Zilli, che non ha mai nascosto le sue personali ambizioni. In realtà solo quando si saprà chi tra le forze politiche del centrodestra, sulla base di accordi regionali e nazionali, dovrà esprimer, la candidatura del sindaco di Rimini, si apriranno realmente i giochi.